venerdì 5 giugno 2020

Vivien Leigh

Vivien Leigh



"Dopotutto, domani è un altro giorno" è il motto della viziata e ribelle Rossella O'Hara per tutte le sue avventure e con cui chiude "Via col vento". La capricciosa eroina irlandese che ha reso celebre questa meravigliosa interprete inglese dai felini occhi verdi. E pensare che Vivien Leigh aveva detto in un'intervista che se mai avesse avuto una figlia del genere l'avrebbe presa a scapaccioni dalla mattina alla sera.


Nata in India, a Darjeeling, da genitori britannici, il 5 novembre 1913, Vivien Mary Hartley debutta come attrice nei teatri inglesi. Dove, dopo un primo consorte dal quale ha conservato il cognome Leigh, conosce suo marito e il grande amore della sua vita, un attore connazionale: sir Laurence Olivier.



Prima del kolossal di Victor Fleming, la vediamo in una commedia rocambolesca, ambientata in Scozia, accanto ad un giovanissimo Rex Harrison, pure penso agli esordi "Patrizia e il dittatore". Lei è la figlia del burbero sindaco di un villaggio scozzese, che s'innamora dell'avvocato di una... cagnolina (dopo tutto lui è il futuro e primo Dr. Dolittle), appunto Patrizia, che rischia la soppressione per decisione dell' inflessibile sindaco, perché non denunciata agli atti dalla sua padrona. La denuncia richiede una tassa, con soldi che la povera donna non ha. Ma è molto agguerrita verso il sindaco, contro cui si schiera anche la figlia. Ossia Vivien.



Veniamo ora a Tara. Terra del sud degli Stati Uniti. In una piantagione appartenente ad una famiglia irlandese. Ed è qui che troviamo Vivien Leigh nei panni di un'eroina che ha fatto epoca: miss Rossella O'Hara. In questo bellissimo film viene scelta non per prima. C'erano in lizza anche Bette Davis e Susan Hayward. Tuttavia, grazie anche all'incoraggiamento di suo marito, che credeva in lei, Vivien ottiene il ruolo.


Un'emozionante avventura in cui viene affiancata da Clark Gable, Olivia de Havilland e Leslie Howard. E l'insostituibile Hattie McDaniels, nel ruolo dell' impareggiabile Mami (ruolo che alla bravissima attrice di colore varrà un Oscar come non protagonista).



Ma sarà pure Vivien Leigh ad aggiudicarsi l'ambito premio come miglior attrice protagonista, invece.




È la regina egizia della "Cleopatra", anche lei splendida come la Taylor, accanto a Claude Rains nei panni di Giulio Cesare.



Con suo marito recita in diverse pellicole, una delle quali è un film drammatico sull'amore tra lady Emma Hamilton e  l'ammiraglio Horatio Nelson. Infatti il film si chiama "Lady Hamilton".



Dopodiché interpreta un altro dramma accanto al bellissimo Robert Taylor. Il film è "Il ponte di Waterloo". Racconta di lei, una ballerina, durante la seconda guerra mondiale, che, credendo che il suo grande amore (Taylor) sia caduto in battaglia, inizia a prostituirsi per i soldati in congedo.
Quando scopre che lui, invece, è vivo e vegeto e che torna in patria, ha l'onta di ciò che ha fatto. L'uomo la porta dalla propria famiglia per presentarla come fidanzata. Lei non ha il coraggio fino alla fine di confessare la propria colpa. Quando lo fa, lui la lascia, sdegnato; quindi lei arriva ad un gesto disperato. E il film si chiude con lui, ormai anziano, sul ponte di Waterloo, dove si incontravano sempre, pentito e distrutto della propria scelta.


Dopo Greta Garbo, darà il volto all'eroina dello scrittore russo Lev Tolstoj "Anna Karenina", (dove compare anche Gino Cervi), successivamente interpretata da Sophie Marceau, Keira Knightley e la nostra Vittoria Puccini.



Il secondo Oscar le viene conferito per "Un tram chiamato desiderio", al fianco di Marlon Brando, dove Vivien sfoggia un'inedita chioma bionda.



Viene scelta per un avventuroso film ambientato sull'isola di Ceylon, accanto a Peter Finch e Dana Andrews, intitolato "La pista degli elefanti". Tuttavia, iniziando a soffrire di bipolarismo, durante le riprese Vivien viene colta da un terribile esaurimento nervoso. È, dunque, sostituita dalla bellissima Liz Taylor, ricominciando da capo il film.


Questo problema di salute peggiora e, dopo tanti anni di matrimonio, porta suo marito Laurence a lasciarla. Lui si risposerà con l'attrice Joan Plowright.


Vivien non si riprenderà mai da questo colpo.
Amerà per sempre suo marito e il suo abbandono per lei sarà proprio una vedovanza.



Passa il resto della sua vita col desiderio di riunirsi col suo amato Laurence. E ciò  le toglie quasi la voglia di vivere. La sua scomparsa avviene nel 1967, a Londra. La causa è una mortale tubercolosi.



Attrice tanto bella quanto sfortunata, io provo sincera tenerezza per questa donna che, nel momento del bisogno, è stata abbandonata.
Grandissima, meravigliosa artista, mi farà sempre sorridere la sua battuta sulla sua eroina più famosa, Rossella O'Hara:- Se mai avessi avuto una figlia così, la riempirei di scapaccioni!-. Mitica, Vivien!


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