domenica 28 giugno 2020

Maureen O'Hara

Maureen O'Hara



Dopo tanti artisti britannici, ecco una splendida attrice irlandese. Una delle prime ad aver interpretato Esmeralda ne "Il gobbo di Notre-Dame", Maureen O'Hara fa parte della squadra delle rosse di Hollywood. Oltre che avere un'apprezzata voce di cantante lirica.



Irlandese doc di Dublino, essendoci nata il 17 agosto 1920, Maureen FitzSimons prende il cognome della mitica eroina di Margareth Mitchell, O'Hara. E la possiamo vedere come una splendida zingara Esmeralda in "Notre-Dame" accanto a Charles Laughton nei panni del gobbo Quasimodo.


E con l'attore inglese lavorerà anche in "Questa terra è mia" (in cui c'è pure l'elegante George Sanders), dove Charles di nuovo interpreta colui che è da sempre innamorato di lei, sua collega insegnante di una scuola elementare di una cittadina francese invasa dai nazisti. E Maureen ribadirà di essersi sempre trovata bene a lavorare con Charles Laughton. Come tesserà sempre le lodi di un mito del cinema che sarà suo grande amico: John Wayne. E lo incontra per la prima volta in "Un uomo tranquillo".


E con Wayne recita in diversi film. Dove, per primo in questo, Maureen non manca di rimarcare la sua amata e bellissima natia Irlanda.
Infatti, interpreta una giovane donna che sposa un americano, John Wayne, dovendo far adattare lui ai rigidi canoni di corteggiamento irlandesi, molto severi e casti. E doversi adattare lei, dal carattere piuttosto ribelle, alla vita di moglie.



Facciamo, però, un passo indietro. Prima di rendere fieramente celebre le sue origini celtiche, la troviamo nel ruolo di una nobildonna spagnola in "Nel mare dei Caraibi", che è promessa sposa al governatore delle isole caraibiche. Ma la sua nave viene intercettata dall'affascinante corsaro Barracuda, interpretato dal bellissimo Paul Henreid, il quale, per dare una lezione a lei, che si dimostra snob e al vecchio e crudele governatore, con cui aveva un oltraggioso conto in sospeso, la obbliga a sposare lui per portarla via all'altro. Rispettando però la sua virtù di fanciulla.



Sembrava perfetta anche lei per una Rossella O'Hara, con la cascata di capelli fulvi e gli occhi verde smeraldo. Ma la sua personalità vivace traspare bene in altri ruoli.



Uno di questi è quello di Maggie McKendrick, mamma di due irrequiete gemelle, Sharon e Susan. Sto parlando di "Un cowboy col velo da sposa" e anche Maureen O'Hara si consacra nel cinema Disney con questo classico con una allora giovanissima Hayley Mills e il "cowboy" Brian Keith. E dove compare la buffa Una Merkel nei panni della governante Verbena e Leo Carroll del reverendo Mosby.



Film da cui hanno tratto il remake col titolo originale "Parents Trap- Genitori in trappola", con la meravigliosa e compianta Natasha Richardson,  nella parte della mamma, qui l'inglese Elizabeth James (ognuno con le proprie origini, dopotutto), l'affascinante Dennis Quaid in quello del papà cowboy e Lindsay Lohan, ai tempi ancora bambina e agli esordi, nel doppio ruolo delle gemelle Annie e Hally.
Ma Maureen O'Hara è davvero esilarante, col doppiaggio italiano della grande Rosetta Calavetta, sua doppiatrice quasi fissa. E voce tra le altre di Lana Turner, Ava Gardner e Doris Day.



Come anticipato, lavora ancora col suo amico John Wayne in altre pellicole, tra cui  il western "McLintoch".



Si può trovare Maureen anche accanto a James Stewart, tipo in "Rancho Bravo", dove, a fatica, si può riconoscere un qui assai barbuto Brian Keith, nuovamente al fianco dell'attrice.
E poi, sempre con Stewart, in "Mister Hobbs va in vacanza".


Anche lei invecchia con stile e bellezza, perché la possiamo trovare una bellissima ottantenne madre del pure compianto John Candy in "Cara mamma, mi sposo", dove lui, mammone incallito ed apprensivo a livelli patologici nei confronti dell'anziana donna, conosce finalmente la sua anima gemella, interpretata dall'attrice Ally Sheedy.


Infine, una delle sue ultime apparizioni è nel commovente "The last dance"accanto ad Eric Stoltz e Trini Alvarado. Dove la donna è una nonnina sola che viene praticamente "adottata" da una famiglia e li allieta dei racconti del suo vecchio amore perduto ai tempi della grande guerra. Fino al momento in cui lei riuscirà a raggiungerlo. Ed è commovente la scena dove lei si spegne nel letto di ospedale e arriva lo spirito di lui, in alta uniforme, a prenderla, porgendole la mano. La donna torna pure ragazza e danzano assieme verso l'aldilà. Quanto ho pianto!



Maureen O'Hara ci lascia a Boise, Idaho, il 24 ottobre 2015, entrando nel Guinness degli artisti più longevi per essere giunta alla bellezza di 95 anni.


Una Virna Lisi irlandese per essere rimasta splendida in tutte le sue primavere, Maureen O'Hara sarà sempre tra le più belle e tra le migliori interpreti che possiamo conoscere. Io personalmente l'ho vista per prima come attrice disneyana, dove mi ha sempre divertito molto, ma ho potuto apprendere che lei sapeva pure passare dal buffo al dramma con vivace e disarmante maestria; fantastica abilità, con quel vulcanico cipiglio irlandese da renderla in pratica unica nel suo genere.



mercoledì 24 giugno 2020

Ray Milland

Ray Milland


Forse viene ricordato principalmente come il perfido marito calcolatore di Grace Kelly ne "Il delitto perfetto", ma l'affascinante Ray Milland ha dato il volto anche a molti romantici eroi coraggiosi e divertenti.


Ray Milland, nome d'arte di Alfred Reginald Jones, nasce in Galles (Regno Unito), a Neath, il 3 gennaio 1907. E vanta anche lui una sola moglie per tutta la vita.



Lo possiamo trovare negli anni '40 in un film avventuroso, "Vento selvaggio", accanto a una delle signore Chaplin, la bellissima Paulette Goddard. Dove Ray ricopre il ruolo di Steve Toliver, l'avvocato di un rinomato cantiere navale americano, che si innamora di una ragazza benestante del Keywest, in Florida, piuttosto ribelle e... maschiaccio, di nome Roxy. La quale, però, è innamorata di un capitano accusato di sabotare volontariamente le navi della compagnia per truffare l'assicurazione. Tale Jack Stuart, che ha il volto di una futura leggenda del cinema, specialmente western. Sto parlando di un assai giovane John Wayne.



Ovviamente, il buono è Steve, che farà di tutto per conquistare la bella Roxy, anche splendidi siparietti col suo cagnolino Romolo, dandogli voce come una sorta di... ventriloquo....per interpretare i suoi "pensieri di cane".



Compare una giovanissima Susan Hayward nella parte di Drusilla, l'affezionata cugina di Roxy.


Ma con Paulette Goddard Ray Milland lavorerà ancora.


Troviamo, comunque, l'attraente Ray Milland in un ruolo da cattivo in "Amarti è la mia dannazione", accanto all'attrice inglese Ann Todd. Dove lui, criminale, travia lei, vedova puritana.




Quindi, lo troviamo prima in una sorta di inquietante horror sui fantasmi ne "La casa sulla scogliera" e poi in un thriller intitolato "Il prigioniero del terrore". Ma come  eroico protagonista.




Ray Milland, tuttavia, sembra saperci fare con gli animali, perché, dopo il cane Romolo, è alle prese con Rabarbaro 'Il gatto milionario", accanto a Jan Sterling, dove loro due, fidanzatini prossimi alle nozze, devono curare e proteggere gli interessi di questo bel micione rosso, al quale il padrone, morendo, ha lasciato il suo impero milionario e tutta la squadra di baseball, di cui era proprietario. Ed è per questo che i parenti dell'anziano signore vorrebbero sbarazzarsi di Rabarbaro. 


Arriviamo, quindi, al sentimentale film drammatico accanto alla splendida Lana Turner "L'indossatrice", dove lui, frustrato per un matrimonio al quale resta attaccato soltanto per umanità verso la moglie paraplegica, s'innamora di questa bionda modella affascinante. Ma il dovere prima di tutto.



Ed ecco che entriamo in quel lussuoso appartamentino londinese, dove Ray Milland diventa Tony Wendice, ex giocatore di tennis, che si è abituato molto bene a vivere della rendita della ricca e bellissima moglie Margot. Tuttavia, perbacco, scopre che lei si è innamorata di un giallista americano, Mark Hallyday. Quindi, il benestante tenore di vita dell'opportunista Tony rischia di essere messo in pericolo. Beh, per lui è molto semplice: assoldare un killer, guarda caso un vecchio compagno di università, un certo Carl Swan, che nel frattempo è diventato un autentico delinquente, per eliminare la dolce Margot, così da ereditare prima che lei decida di piantarlo. Peccato che accade un accidente e l'assassino Swan si trasforma in assassinato. Certo, la povera signora Wendice lo ha fatto per legittima difesa. Ma se Tony facesse invece credere che sua moglie sia una spietata omicida che ha premeditato tutto, perché ricattata??!



Sto parlando di uno dei capolavori di Hitchcock "Il delitto perfetto", con la dolce Margot che ha il volto della bellissima Grace Kelly. E Robert Cummings nel ruolo del romanziere di polizieschi Mark. Oltre che amante di lei.


Troviamo Ray Milland in un paio di episodi di "Colombo", con Peter Falk. In uno nei panni di omicida indagato dal formidabile  e simpatico tenente che tutti amiamo. E il secondo come cammeo. E nel ruolo del padre di Ryan O'Neal nel tristissimo "Love Story".
Ormai è anziano e gli anni si fanno vedere e sentire.



Muore in California il 10 marzo 1986. Dopo aver pubblicato la propria autobiografia e aver perso il suo primogenito 5 anni prima.


Vincitore di un premio Oscar per "Giorni perduti" accanto a Jane Wyman, Ray Milland forse è ricordato soltanto per il ruolo negativo di Tony Wendice. Io ho voluto, però, far sapere alla gente che lui è stato un affascinante, buffo e coraggioso Steve Toliver con Paulette Goddard, il simpatico curatore di un micio straricco, proteggendo proprio anche la sua incolumità. Il disinfestatore di case stregate. L'innamorato dolce e romantico di Lana Turner. E pure un regista. Insomma, Ray Milland è stato tanto di più di un marito calcolatore e opportunista nel film di Hitchcock. È stato un grandissimo artista!


venerdì 19 giugno 2020

Lana Turner

Lana Turner



È stata la Milady forse più cattiva della versione più bella, per me, de "I tre moschettieri" e la madame Radek più mitica nella versione più avvincente e divertente de "La vedova allegra". Ma da buona o perfida che fosse, Lana Turner sapeva farlo con maestria, aiutata dal suo fascino...un po' "assassino" come è stata definita nell'operetta di Lehar.


Julia Jean Turner nasce a Wallace, Idaho, l'8 febbraio 1921.
Diventa Lana Turner per interpretare una dei personaggi più diabolici della letteratura. Parliamo della crudele Milady de Winter, tuffandoci nel romanzo di cappa e spada di Alexandre Dumas, "I tre moschettieri". Accanto a un mitico Gene Kelly nel ruolo di D'Artagnan, Van Heflin in quello di Athos, Gig Young come Porthos, Angela Lansbury nella regina Anna, June Allyson come Costanza e Vincent Price come il cardinale Richelieu. Tutti eccellenti artisti!



In realtà, tuttavia, il ruolo di Milady è l'unico da vera cattiva che questa bellissima attrice ha interpretato. E dopo aver fatto due classici di cui sono stati fatti dei remake, ossia "Il postino suona sempre due volte", rifatto poi da Jessica Lange e Jack Nicholson. E "Dr Jekyll e mister Hyde".


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Si può dire che d'ora in poi è tutta in ascesa nelle eroine, sebbene un po' con storie travagliate, ma con la giusta etica.
Veniamo ad esempio a "Il bruto e la bella", accanto a Kirk Douglas e Barry Sullivan. Dove Lana impersona una figlia d'arte, che affoga nell'alcol l'oppressione di una figura così di attore controverso come quella del padre. E sulla sua strada incontra questo regista, interpretato da Kirk Douglas, che da comparsa la trasforma in una stella. Peccato che lei s'innamora di lui, ma l'uomo la illude e basta.
E lei sarà tra i tre, alla fine, a cui l'uomo chiederà aiuto, una volta caduto in disgrazia.



Quindi, l'eroina successiva è "L'indossatrice", accanto al gallese Ray Milland.
Lana è una giovane modella, venuta a New York da una piccola provincia, per intraprendere seriamente questa carriera. Incontra e s'innamora di un uomo sposato, al quale alla fine dovrà rinunciare, perché scopre che, comunque, la moglie era una brava donna, per di più paraplegica.


È interprete di uno strappalacrime come "Lo specchio della vita", accanto a John Gavin e per la prima volta con Sandra Dee, dove appare anche un giovane e ancora sconosciuto Troy Donahue in un ruolo piuttosto brutale. 
La storia di questa donna che prende a servizio una dolce signora di colore e le  due rispettive figlie crescono insieme come sorelle. Ma Sarah Jane, la figlia della governante, ha la pelle bianca, perché suo padre era caucasico. Quindi, questo fa sì che si vergogni della madre di colore.
Mentre Lana Turner incontra un aitante giovane, il bellissimo John Gavin, di cui si infatua pure sua figlia (Sandra Dee).



Le due si ritrovano nel thriller "Ritratto in nero", dove lavora anche Anthony Quinn.
Tuttavia, anche nella vita privata Lana Turner finisce sulla cronaca nera. Il motivo è l'omicidio del secondo marito, un certo Spampinato. A quanto pare non era un soggetto tanto raccomandabile ed era altresì violento e non è a tutt'oggi molto chiara come sia andata la vicenda. Si sa che lei si è accusata di averlo accoltellato per legittima difesa, anche della figlia adolescente, avuta da un precedente matrimonio.
Il caso venne così archiviato.



Dunque, possiamo ammirare la splendida Lana in un musical molto gradevole tratto da un'operetta di Franz Lehar: " La vedova allegra".
Accanto a lei l'affascinante attore latino Fernando Lamas (il padre di Lorenzo, il "Renegade" Reno Rains).



Lei nella parte della ricca vedova Radek e lui in quello del protagonista maschile, il donnaiolo conte Danilo, nipote del re di Marsovia, che deve sedurre, per ordine del regale zio, la vedova per salvare il suo immaginario regno dalla bancarotta. Questo perché il defunto marito di Grazia Radek era un marsoviano, divenuto un miliardario industriale in America.
Ma per un equivoco, Danilo scambia la molto meno attraente segretaria e amica di lei per la famosa vedova che tutti decantano. Quindi, non vuole più saperne di sposarla.
E nel frattempo incontra a Parigi una misteriosa e bellissima Fifi, che altre non è che la vera Grazia, la quale vuole semplicemente dare a lui e alla Marsovia una lezione, per aver scoperto di essere stata invitata in questo immaginario Paese magiaro soltanto per i suoi soldi ereditati dal marito.
L'amore, però, trionferà.



Due simpatici e insostituibili cammei di Una Merkel, nei panni della segretaria e amica Kitty. E Richard Haydn nel ruolo del buffo ambasciatore marsoviano a Parigi, Popov.




Tuttavia, sembra che i ruoli drammatici non la lascino e Lana torna con "Madame X", remake di una prima versione in bianco e nero. Una donna tradisce il marito, che la trascura, con un affascinante sconosciuto. Ma, una sera, durante una colluttazione, lei uccide l'amante e, scoperta dalla perfida suocera, viene ricattata da questa: o lascia tutto e scompare o la crudele madre del marito rivela ogni cosa.
Così, la poverina diventa madame X, senza identità, finendo in brutti giri, in miseria, riuscendo a rivedere il figlio, diventato un avvocato, soltanto in punto di morte.



La ritroviamo in una commedia con "La signora prende il volo", accanto a Jeff Chandler, dove una hostess si innamora e sposa un pilota.



Man mano compare sempre meno, fino a invecchiare con eleganza e dignità.



 Ci lascia il 29 giugno 1995 in California.

 

Biondissima, profondi occhi blu e fascino fatale, Lana Turner per me è il ricordo della vedova allegra che ho visto per la prima volta da bambina con mia madre e mi aveva divertito tantissimo.
Perfida Milady o vulcanica madame Radek, comunque sia, lei resterà sempre unica!

domenica 14 giugno 2020

Gregory Peck

Gregory Peck



Aspetto da bel tenebroso, con gli occhi languidi e gentili (anche i suoi ridono) ed un fascino caldo e rassicurante, un po'il Charles Boyer americano, Gregory Peck si può definire uno dei sex symbol dell'epoca.



Originario della California, Eldred Gregory Peck, nasce a La Jolla, San Diego, nello Stato statunitense il 5 aprile 1916.
Giovane e aitante, viene subito "acchiappato" dal cinema di Hitchcock, accanto ad una bellissima attrice svedese di nome Ingrid Bergman. Il film è "Io ti salverò", dove lui è un ipotetico psichiatra... che deve essere aiutato dalla bella collega, perché ha perso la memoria in seguito ad un evento scioccante: essere testimone dell'omicidio di un altro dottore. E lui si suggestiona di essere l'assassino, ossessionato dalle strisce su tutto ciò che vede, specie su uno sfondo bianco.
Cito in questo film Leo Carroll, attore hitchcockiano, che compare in quasi tutti i suoi capolavori, in codesto particolare nei panni del reale omicida. Oltre che in tante commedie di Sandra Dee o della produzione disneyana. Per chi non se lo ricordasse è il mitico reverendo Mosby in "Un cowboy col velo da sposa", con Hayley Mills.
Quindi, Ingrid Bergman si prende a cuore in tutto e per tutto il bel Gregory.



Subito dopo, il bel Gregory viene di nuovo scelto dal grande Hitch per un altro giallo: "Il caso Paradine". Lui è Anthony Keane, avvocato londinese di grido che deve difendere la bella Maddalena Paradine, un'italiana (impersonata da Alida Valli) accusata di aver avvelenato il marito cieco, il famoso colonnello Paradine. Questo caso lo coinvolge fino ad infatuarsi dell'affascinante vedova e assistita, mettendo in crisi il matrimonio con la dolce Gail (l'attrice inglese Ann Todd). 



Quindi, per difendere a tutti i costi Maddalena, l'avvocato persegue spietatamente il fedele domestico del colonnello, il bell'Andre' (il meraviglioso Louis Jourdan).
Alla fine, la verità, dopo un impegnativo processo presieduto da un cinico giudice, interpretato dal grande Charles Laughton, verrà a galla.
Ci sono i preziosi cammei inoltre di Charles Coburn, nella parte del vecchio avvocato socio di Anthony, Leo Carroll anche qui, nel ruolo dell'accusa. E la splendida Ethel Barrymore, la prozia di Drew, nei panni della moglie remissiva del giudice.


Interpreta "Il cucciolo" film struggente, dove lui è il padre di un bimbo, incompreso dalla dispotica e anafettiva madre, il quale si affeziona a un piccolo cerbiatto.
È la volta quindi di un classico come "Vacanze romane". Al fianco della splendida Audrey Hepburn, Gregory interpreta in realtà un ambizioso giornalista americano, che vive da anni a Roma, che..."raccolta" per strada la famosa principessa Anna, che tutti cercano per il mega scoop, trovandola un po' narcotizzata, non si lascia sfuggire l'occasione. La fortuita possibilità di avere lui lo scoop. Così, la inganna non dicendole di essere un reporter, ma... finiscono con l'innamorarsi. A differenza di "Innamorato pazzo", però, con Celentano e la Muti, che un po' e su quella falsa riga... questo ha un finale piuttosto amaro. Per lo meno, non quello che si spera.



Gregory Peck si aggiudica il premio Oscar per il ruolo di Atthicus Finch, ne "Il buio oltre la siepe", di nuovo nei panni di un avvocato. Stavolta è ambientato nel profondo sud degli Stati Uniti, nell'epoca del forte razzismo, dove lui deve difendere un povero uomo di colore, accusato ingiustamente di aver violentato la figlia del suo padrone. In realtà, la verità è molto più squallida e atroce.
Compare un giovanissimo Robert Duvall, già coi presupposti del grande attore, perché interpreta il "terrificante" Boo, quello che i figli di Atthicus (e anche un po' i vicini) consideravano "il mostro" che viveva nella buia casa oltre la siepe, appunto. In verità, era una persona che oggi chiameremo diversamente abile (all'epoca l'ignoranza in materia era tantissima) fisicamente e mentalmente, che, alla fine, salva pure la vita alla bambina, che è quella che da adulta racconta. 




L'espressione di gentiluomo assegna a questo affascinante attore ruoli sempre di chi combatte le ingiustizie.
Interpreta Hernest Hemingway ne "Le nevi del Kilimangiaro" accanto ad Ava Gardner e Susan Hayward, con la quale recita anche in"Davide e Betsabea".



Per diventare il capitano Achub in "Moby Dick, la balena bianca", forse il suo unico ruolo da cattivo.
E anche lui si fa assorbire nel cinema western.
Uno di questi è il cult "Il grande paese", filmone di circa tre ore, accanto a Jean Simmons, Charlton Heston e Burl Ives. 



Oppure "Bravados"accanto a una giovane Joan Collins.



Quindi, interpreta il thriller "Il promontorio della paura", accanto a Robert Mitchum che interpreta il sadico criminale, uno stupratore uscito di galera e che inizia a tormentare il suo avvocato, con la moglie di questo (interpretata da Polly Bergen) e la figlia adolescente. Ne è seguito un remake  di Martin Scorsese, con Nick Nolte nel ruolo che è stato di Peck, ossia del padre della famiglia che viene brutalizzata da un cattivissimo Robert De Niro, come il suo omonimo Mitchum. Nella parte della moglie questa volta è la grande Jessica Lange e Juliette Lewis nella figlia.



È il burbero, ma dal cuore tenero, nel film "Le avventure del capitano Homeblomber, il temerario", accanto alla bella Virginia Mayo, ambientato nell'Inghilterra dei primi dell'800.



Per poi affiancare Angie Dickinson, Tony Curtis e Bobby Darin in "Capitan Newman".
Ed è accanto a Sophia Loren in "Arabesque".



Ritorna ai western, di cui uno è piuttosto commovente "Il solitario di Rio Grande", dove lui, già piuttosto maturo, interpreta un ex rapinatore, appena uscito di prigione, che vuole vendicarsi del suo complice che lo ha tradito per tenersi tutto il bottino rubato ad una banca.
Nel cammino, però, gli viene affidata una bambina di circa sei anni, figlia orfana di una sua ex amante, ex prostituta. Lascia a immaginazione dello spettatore se lui ne sia il padre.
E l'uomo si riscatta prendendosi a cuore la piccola, la quale gli assomiglia per il carattere tagliente e ribelle.



Gregory Peck lavora fino in tarda età, prendendo anche parte nel remake del thriller "Cape fear- Il promontorio della paura".
Si spegne a Los Angeles il 12 giugno del 2003, a 91 anni.


Viso da buono e di garbato fascino, Gregory Peck ha forse per questo ricoperto ruoli di idealisti, spesso avvocati, eroi o canaglie dal cuore tenero.
Gli è stato conferito il riconoscimento delle 12 star più grandi del cinema.
E io credo che sia davvero uno dei più mitici!