domenica 31 maggio 2020

Joan Fontaine

Joan Fontaine



È stata, probabilmente, la prima Jane Eyre della storia del cinema. Attrice "hitchcockiana", tra le bionde preferite del nostro Alfred, sorella "rivale" di Olivia de Havilland, Joan Fontaine ha saputo lasciare la sua impronta sia nei noir, come nelle commedie romantiche e leggermente amare.


Nata come sua sorella a Tokyo, ma un anno più tardi, il 22 ottobre 1917, Joan de Beauvoir de Havilland, da bambina ha sempre sofferto di sentirsi il brutto anatroccolo rispetto alla bella Olivia, tanto esaltata dalla mamma.
Fu così che, crescendo, ha deciso di intraprendere pure la carriera di attrice, proprio per mettersi in concorrenza con la sorella maggiore e dimostrare di essere anche lei all'altezza. E acquisisce il cognome materno di origine francese: Fontaine.


Ed è quindi che la vediamo nel film "La porta proibita". Così com'è, il titolo non verrebbe mai in mente che si tratta della versione in bianco e nero di Jane Eyre. Dove Joan presta il volto alla meravigliosa eroina (forse la mia preferita in assoluto) nata dalla penna della scrittrice inglese Charlotte Bronte. Accanto a lei, nei panni del suo grande amore, Edward Rochester, l'attore e regista Orson Welles.
E forse... proprio per non essere così appariscente, ma piuttosto semplice, che giova all'attrice per questa protagonista dalla bellezza infatti più interiore che esteriore.



Caratteristica che l'aiuta per un altro personaggio, un'altra eroina di un romanzo di una scrittrice sempre britannica, Daphne Du Maurier, eroina che deve fare i conti con la costante, metaforica presenza della defunta moglie del suo amore, una certa sfolgorante "Rebecca". Da cui Alfred Hitchcock trae appunto questo thriller "Rebecca, la prima moglie". Primo film in cui lei non ha un nome, proprio come a sottolineare il suo continuo senso di inferiorità rispetto alla bellissima Rebecca, che tutti ancora ricordano, morta tragicamente in mare. Così pare, almeno. Ma lei lotta per amore di suo marito Max De Winter, ricco possidente inglese, interpretato dall'attore britannico sir Laurence Olivier.
Ma il ricordo invadente di Rebecca non è il solo ostacolo che la giovane neo sposina deve combattere. La terribile e lugubre governante Danvers (l'attrice Judith Anderson), quella che era stata l'affezionata dama di compagnia della defunta signora De Winter, che sarà un'inquietante avversaria nella storia. 



Ci sono tre importanti guest star: Gladys Cooper, nel ruolo della sorella di Max, Beatrice, e il conseguente Nigel Bruce (il primo Watson del cinema) nella parte di suo marito. E George Sanders nell'interpretazione di mister Fawell, cugino e amante della dissoluta Rebecca.



Questo film vale a Joan la candidatura all'Oscar, ma non lo vince. Sarà "Il sospetto", sempre del grande "Hitch" a portarle fortuna in proposito. E ciò che la rende pressoché felice e che pure sua sorella Olivia era in lista per l'ambito premio per "La porta d'oro", ma Joan è riuscita a batterla.



Ne "Il sospetto" è accanto al suo connazionale Cary Grant, nel ruolo del marito perdigiorno su cui lei fossilizza il tremendo sospetto che sia un freddo assassino. E compare ancora una volta Nigel Bruce.





Arriviamo al cinema in costume medievale con "Ivanhoe". Affiancata da un aitante Robert Taylor, Joan interpreta la bellissima lady Rowina, pupilla di re Riccardo, con cui Ivanhoe ricambia un romantico amore. A dispetto di Rebecca (questo nome sembra perseguitarla), un'ebrea innamorata di lui, interpretata dalla splendida Elizabeth Taylor.




Joan ritrova una vecchia conoscenza sul set, l'attore inglese George Sanders, già suo partner in "Rebecca" e qui sempre nelle veci dell'antagonista di Ivanhoe per la battaglia tra i simpatizzanti di Robin Hood e re Riccardo e quelli del principe Giovanni.



Moglie per un periodo dell'attore Brian Aherne e sfidante della sua stessa sorella, Joan si candida per il ruolo di Melania Hamilton, appena vogliono trasformare il romanzo di Margareth Mitchell, "Via col vento" in un kolossal. Ma...amara delusione quando le viene preferita Olivia.



Gli antichi torti subiti da bambina riaffiorano, ma lei si agguerrisce più che mai.
Qui prende parte ad una commedia velata di amaro, al fianco di Joseph Cotten "Accadde in settembre".
I due amanti, David e Mary Ann, che si lasciano credere morti in un incidente aereo da Napoli, per vivere il loro amore al sole italiano. Ma che poi devono sbattere la faccia sul muro della realtà.



Una volta in terza età, finalmente, capisce che quella a sua sorella è una guerra insulsa, fondata da vecchi rancori infantili. Ora si è donne vissute tra dolori e successi.
Quindi, apre quella porta che ora per Olivia non è più proibita.



Purtroppo, però, a Carmel, in California, il 15 dicembre 2013, alla bellezza di 96 anni, ci lascia.



Bionda, più bella secondo me in vesti semplici che da grande diva, oltre che nei vestiti in costume, mi dispiace che abbia opposto tanta ostinata resistenza a una sorella, che ha dimostrato di amarla. Alla fine, però, avrà capito di volerle bene a sua volta e sono sicura che da Lassù la protegge e l'aspetta, per farsi questa volta delle benevole scaramucce.

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