mercoledì 15 aprile 2020

Kirk Douglas

Kirk Douglas



Aria un po' rude, ma fondamentalmente dal cuore tenero, Kirk Douglas è il primo centenario di questa mia walk of fame, che purtroppo poco tempo fa ci ha lasciati.



Di origine bielorussa, ma nato ad Amsterdam, non Olanda, ma nello Stato di New York, il 9 dicembre 1916, con il nome Iussur Danielovitch, da una famiglia ebraica, per diventare attore Iussur cambia la sua identità in Kirk Douglas.




Gli attribuiscono ruoli da bullo o da gangster, in un primo momento. Tipo "L'asso nella manica", di Billy Wilder, accanto a Jan Sterling, dove lui interpreta un giornalista senza scrupoli, che lascia morire un poveretto intrappolato in una miniera pur di far notizia, strumentalizzando il caso per far arrivare la gente a vedere questa famosa miniera, mentre sto poverino patisce le pene infernali, lì in trappola fino a morirne.
O accanto a Robert Mitchum e Jane Greer, dove interpreta un boss ne "Le catene della colpa". 


C'è anche il suo ruolo da boxeur ambizioso a livelli quasi spudorati ne "Il grande campione"; accanto a lui Arthur Kennedy in una delle sue poche parti da buono. Il fratello bravo e gentile che deve tenere a bada le manie di grandezza di Kirk.




Altra interpretazione da spudorato è ne "Il bruto e la bella", entrando nel ruolo di un regista cinico, Jonathan Shields, che non esita a usare il prossimo per i propri scopi e poi a buttarlo via quando non serviva più. E tre sono i personaggi che subiscono questo: il suo migliore amico, un talentuoso regista, interpretato dall'attore Barry Sullivan, al quale lui ruba l'idea di un film che gli spiana il successo. La seconda è la bellissima Lana Turner, che fa un'attrice di ruoli quasi da comparsa, anche se figlia d'arte, che ogni tanto alzava il gomito, che lui lancia nella fama, ma che seduce e abbandona. E il terzo è uno scrittore (l'attore Dick Powell), sposato con la classica moglie fatta su misura per quegli anni '50 (interpretata da Gloria Grahame). A questo  Kirk propone di trasformare un suo best seller in una sceneggiatura. Peccato che, appena vede che la giovane e bella moglie dello scrittore è motivo di continue distrazioni per il suo lavoro, il cinico regista fa in modo di buttarla tra le braccia di un aitante attore, causandone involontariamente la morte, durante una gita in aereoplano dove i due amanti rimangono uccisi.
Alla fine, abbandonato da tutti e trovandosi in serie difficoltà finanziarie, mentre gli altri tre hanno comunque avuto successo, Jonathan ha la sfacciataggine di chiedere loro aiuto. E ti lascia l'immaginazione se loro lo faranno o meno.



È perfetto per dare il volto al pittore impressionista Vincent Van Gogh, nel film biografico "Brama di vivere" diretto da Vincente Minnelli.



Inizia con i film a colori a riscattarsi, con già il ruolo di un martire come "Spartacus", di Kubrick, accanto a Peter Ustinov, Jane Simmons e Tony Curtis, dove tragicamente famosa è la scena finale in cui tutti si accusano di essere Spartacus e vengono crocifissi. E così la moglie col figlioletto e il loro fedele aiutante (Ustinov) percorrono questo terribile viale di croci e lei (la Simmons) getta l'ultimo sofferto sguardo a lui, crocifisso, che la osserva allontanarsi prima di spirare.
Ma con Stanley Kubrick aveva già lavorato in "Orizzonti di gloria".



Un altro kolossal per cui è passato alla storia è l'"Ulisse" nel ruolo del protagonista, con un cast internazionale che giunge in Italia tra Silvana Mangano nella doppia parte della moglie Penelope e la maga Circe. E Rossana Podestà nella parte della principessa Nausicaa.
Accanto poi ad Anthony Quinn in quello del capo dei Proci Antinoo.



Carattere deciso, non sempre andava d'accordo con i registi, essendo un uomo che sapeva ciò che voleva, forse per questo gli andavano bene determinate interpretazioni.



Nella vita privata ha saputo trasmettere la sua passione al figlio Michael, il quale, a sua volta, l'ha tramandata al rispettivo erede Joel.
E Kirk sa dare la sua impronta anche in un classico della Walt Disney, preso dal romanzo di Jules Verne: "Ventimila leghe sotto i mari", al fianco di James Mason e Peter Lorre. Ed è tenera ed esilarante la sua amicizia con una simpaticissima foca. Dove lui suona e lei canta.



La parte anche del romantico trapezista francese Pierre Duvall nel terzo cortometraggio "Equilibrio" in un film fatto di tre racconti, chiamato "Storia di tre amori", accanto ad Anna Maria Pierangeli (la quale rassomiglia molto ad Alessandra Mastronardi). Dove lui, trapezista caduto in disgrazia dopo un incidente che ha causato la morte della sua partner, ritrovandosi a fare il meccanico di biciclette a Parigi, salva una ragazza italiana, Nina, quando questa cerca di suicidarsi gettandosi nella Senna. Pure Nina ha un dolore da dimenticare, la perdita del marito in un campo di concentramento e sembra non avere nulla da perdere. Per questo Pierre le propone di diventare la sua nuova partner di trapezio, insegnandole tutti i trucchi del mestiere, perché lui ha bisogno di riscattarsi agli occhi del mondo che lo reputa in un certo modo responsabile della morte della precedente compagna d'arte circense. Ma è qui che scocca l'amore.



I western, però, fanno parte dei successi di Kirk. Quanti ne abbiamo visti con mio padre. Da "Sfida all'O.K. Corral" dove lui interpreta Doc Holliday, amico realmente esistito dello storico sceriffo Wyatt Earp, qui con il volto di Burt Lancaster. E Douglas è doppiato in questa pellicola dall'attore Paolo Stoppa. Racconta un fatto davvero accaduto di una famosa sfida nel West tra i fratelli Earp, con l'aiuto del dentista ormai più giocatore incallito Holliday e dei fratelli fuorilegge.



A "Il giorno della vendetta", al fianco di nuovo di Anthony Quinn. Kirk è uno sceriffo a cui violentano e uccidono la moglie indiana pellerossa, con il figlioletto che assiste a tutto.
Il responsabile è il figlio di un suo vecchio amico, un proprietario terriero, diventato una sorta di boss (Quinn). Ma lo sceriffo non si lascia offuscare dall'amicizia, una volta che poi vede che questo difende il figlio. Così rapisce quest'ultimo, tenendolo in ostaggio nella camera di un albergo, per portarselo in prigione col primo treno e farlo impiccare. Una lotta tra due giganti e di nervi per tutto il film che coinvolgerà un po' tutto il paese.



Continua a lavorare a molti altri western,  uno, "Il cacciatore di indiani" al fianco della quarta partner italiana, Elsa Martinelli (che si dice sia stata scoperta da Kirk e fu la sua musa) nel ruolo di una pellerossa di cui lui s'innamora e al fianco di Walter Matthau, eccezionalmente in una parte da cattivo; e pure in uno buffo accanto ad Arnold Schwarzenegger ed Ann Magret, " Jack Del Cactus".



Per poi arrivare a "Caro zio Joe", con il mitico Michel J. Fox. Dove interpreta un vecchio ricco zio del nostro Michael, che si finge paraplegico e moribondo per vedere chi, tra tutti i suoi parenti sciacalli, gli vuole davvero bene.
Prende parte ad un episodio de "Il tocco di un angelo" dove evidenzia la sua origine ebraica, col titolo "Bar mitzvah" accanto a John Dye, Roma Downey e Della Reese.



Non si dà sosta fino alla fine.
La nuora, la bella attrice gallese Catherine Zeta Jones, gli organizza una mega festa per i suoi 100 anni.
Ma due mesi fa circa, centotreenne, il suo cuore combattente da leone si ferma.
Suo figlio, Michael Douglas, dice:- Voglio che mio padre sappia quanto fossi fiero di essere suo figlio!-


Amante dell'Italia, lui ci adorava, non per niente le sue due partner preferite sono state due attrici italiane, la Pierangeli e la Martinelli, questo attore si è distinto per aver rotto gli schemi ed aver dato alla settima arte quella sana "rudezza gentile", da eroe a furfante, da buono a cinico. Ma nella vita aveva detto qualcosa che mi aveva fatto capire perché la gente gli voleva bene, ossia che un uomo è tale se non fa del male, ma sa donare.
Io sono grata a Kirk Douglas che mi ha permesso di potermi godere tanti western con mio padre e credo che da Lassù lui possa essere soddisfatto di ciò che ha lasciato dietro di sé.




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