martedì 21 aprile 2020

Joseph Cotten

Joseph Cotten


Grandi e angelici occhi blu, aspetto pulito da bravo ragazzo, con espressioni anche da fanciullo qualche volta, Joseph Cotten è un po' Jennifer Jones al maschile: l'eroe romantico perfetto!
Anche se la prima volta che l'ho visto è stato nella parte tormentata di George Loomis in "Niagara". Ma... partiamo dal principio.


Joseph Cotten nasce a Petersburg, in Virginia, il 15 maggio 1905.
E si fa subito posto nelle celebrità con un film cult: "Angoscia" nel ruolo già dell'eroe con i panni di un detective di Scotland Yard, che deve salvare Paula Anton, con il volto della splendida Ingrid Bergman, dalle grinfie del marito Gregory (interpretato dall'aitante Charles Boyer) che cerca di farla impazzire.



Anche Joseph sembra impersonare bene l'inglese, nonostante sia americano e quindi gli assegnano il personaggio di Alan Quinton ne "Gli amanti del sogno", accanto ad un'altra splendida signora delle scene hollywoodiane, Jennifer Jones e con il prezioso cammeo di Gladys Cooper.



Attore con quell'elegante espressione da sbarbatello, ritorna in patria con una commedia, "La moglie celebre", al fianco di una spassosa Loretta Young e una meravigliosa Ethel Barrymore. Lui, politico e figlio di un senatore, assume una giovane e bella cameriera, piuttosto anticonformista, Caterina, di origini svedesi, interpretata dalla Young, la quale ha il "terribile vizio" di dire sempre ciò che pensa. E questo miracoloso dono della schiettezza fa sì che Caterina entri nel cuore di lui e nelle grazie della madre, la Barrymore. Facendo pure sì che l'opposizione la voglia come candidata al senato. E la politica non può nulla contro l'amore. Lui la sosterrà in tutto e per tutto.


Joseph ritorna ai film drammatici accanto alla bellissima Ginger Rogers e a Shirley Temple nell'inedita versione di adolescente, dato che siamo abituati a vederla bambina.
La pellicola è "Al tuo ritorno". Da qui si accenna già un ruolo con qualche punto oscuro, ossia un ex soldato tormentato dagli orripilanti ricordi di guerra, che gli causavano paralizzanti crisi di panico. Che l'incontro con Ginger Rogers, in licenza per le Feste natalizie a casa dei suoi zii (è stata arrestata per omicidio, anche se per legittima difesa), sembra fargli vedere la luce.



Non volendo smentirsi come eroe, è il protagonista accanto ad Alida Valli in un thriller machiavellico, ambientato nell'Austria sotto il dominio nazista intitolato "Il terzo uomo" con Orson Welles nella parte del malavitoso.



Interprete eclettico, ritrova Orson Welles nel filmone dello stesso regista "Quarto potere", che non posso dire essere tra i miei favoriti.
Preferisco Joseph in una commedia un po' agrodolce accanto a Joan Fontaine "Accadde in settembre". Lui, David, ingegnere e dirigente americano di una propria multinazionale, con un matrimonio divenuto ormai stanco, incontra lei, Mary Ann, popolare pianista inglese, in un viaggio di piacere a Napoli. Trovando sintonia, decidono di concedersi una gita fuori porta fino a Pompei, perdendo così, però, l'aereo per il rientro. E il destino li ha assistiti, perché l'aeroplano precipita prima che l'equipaggio potesse accorgersi della loro assenza. E, figurando nella lista passeggeri, vengono anche loro dati per morti.
Appena apprendono la notizia, David e Mary Ann stanno per mandare dei telegrammi, lui alla sua famiglia e lei al suo manager per rassicurare il tragico malinteso. Tuttavia, ci ripensano, capendo di amarsi e lasciano in una situazione e maniera quasi pirandelliana che tutti lì credano defunti. Per potersi creare una vita insieme, acquistando una bella villa alle porte di Firenze e con solo la maestra di piano di lei, che vive nel capoluogo toscano, a conoscere la verità. E sarà proprio quest'ultima a far capire a Mary Ann che non avrebbero potuto fare i fantasmi per sempre.
Specialmente a discapito del figlio, ormai grande e della moglie di lui (interpretata da  una giovane Jessica Tandy), che per caso Mary Ann conosce e appura essere una brava donna.


Così, a malincuore, fanno emergere la verità e lei rinuncia al suo amore, spiegando a David che potevano conservare la loro storia nel ricordo di un meraviglioso mese in Italia.
Film che, sotto alcuni aspetti, mi ricorda un po' "Intermezzo" con Leslie Howard e Ingrid Bergman.


Arriviamo quindi alla pellicola che mi ha "presentato" questo poliedrico interprete. Siamo in una sorta di giallo ambientato tra le più belle cascate del mondo e il titolo è, infatti, "Niagara". È un film inedito per determinati spunti. Joseph Cotten si macchia un po' nella sua armatura da eroe, nel ruolo del marito geloso, un certo George Loomis. Già piuttosto maturo. Tuttavia, non si può dargli troppo torto. Sua moglie Rose è interpretata dalla conturbante, biondissima e giovanissima Marilyn Monroe, anche lei nella novità di un ruolo da cattiva. Infatti, dà tutti i motivi, sapendo che lui ha qualche strascico mentale dopo la guerra e tradendolo spudoratamente con un aitante ragazzone. E non solo. Lei medita con costui di eliminare il povero George. In tutto questo, vengono coinvolti una giovane coppia di sposini in luna di miele. Soprattutto la sposina, Molly (interpretata dall'attrice Jean Peters, compagna per anni del regista Howard Hughes, la quale già con Cotten aveva lavorato in un thriller in bianco e nero, intitolato "Assassino premeditato" dov'era lei a fare la parte di una spietata ed efferata assassina). Qui, invece, la Peters è la coinvolta, purtroppo, perché è quella che scoprirà che Loomis in realtà la fa ai due amanti prima che loro due la facciano a lui! E che verrà, in un certo senso "rapita" involontariamente, da George quando questo cercherà di scappare con un barcone, essendo divenuto un latitante. Ma, avvicinandosi pericolosamente alle cascate, lui si riscatterà, salvando la vita alla giovane Molly, per la quale aveva sempre nutrito molta stima.


Attore riservato, vanta solo due mogli nella sua vita privata.







Apparendo sempre più sporadicamente, Joseph Cotten ci lascia il 6 febbraio del 1994. Pure quasi novantenne. Altra cosa in comune con Jennifer Jones. 



Uomo elegante, aspetto da signore e da bravo  e timido ragazzo, garbato, con all'occorrenza comicità o nevrosi, Joseph Cotten è stato forse sempre poco conosciuto, ma, come avete visto, ha un curriculum molto ricco.
E, detto da una che lo ha visto per primo nel suo ruolo più oscuro e poi con la scintillante armatura da giovane e bellissimo eroe, è un peccato che non sia conosciuto! Merita tantissimo! Perdersi oltretutto, almeno per un paio d'ore, nei suoi grandi, espressivi e gentili occhi blu.






Nessun commento:

Posta un commento