mercoledì 29 novembre 2017

Stan Laurel e Oliver Hardy

Stan Laurel e Oliver Hardy

Cosa dire su di loro? Tante e tante cose! Infatti, ho creduto opportuno dedicar loro una pagina a parte. Loro per me sono il top della mia personalissima walk of fame! 


Stan Laurel
Unico e inimitabile! Splendida persona, uomo meraviglioso, comico esemplare, anima straordinaria!

Arthur Stanley Jefferson, meglio noto come Stan Laurel o Stanlio qua da noi, è un attore britannico che ha sempre detto: - Credo di essermi sentito un comico fin da quando ero un feto!-. Nato a Ulverston, l'odierna Cumbria (UK), il 16 giugno 1890, sensibile e molto a disagio con tutto ciò che è triste e struggente, Stanley fin dalla sua tenera età pare aver dato spunto per qualsiasi romanzo alla Charles Dickens, Charlotte Bronte o Francis Burnett, se alcuni di loro non fossero stati creati prima. "La piccola principessa", infatti, di Francis Burnett è contemporaneo al nostro eroe.  Stan, per distrarsi dal senso di solitudine che il collegio gli provocava nell'intimo, amava allietare compagni e insegnanti con piccole gag o storielle comiche. Proprio come Sarah Crew affascinava le sue compagnette di collegio con straordinari racconti.

Questo quando Stan non era impegnato a scappare dal collegio per tornare a casa, dove puntualmente trovava suo padre che lo riportava in collegio. Malgrado il vecchio Jefferson sia un uomo di spettacolo, desidera per il figlio un altro genere di carriera che non rientri nel palcoscenico!
Ma ... un gene insito nel sangue da due genitori artisti ... non si può fermare. E Stanley aveva quella scintilla divina del voler trasformare qualsiasi cosa triste in qualcosa di giocoso e allegro ... da non potersi proprio controllare! Da adulto, in un'intervista, infatti disse:- Il dramma c'è, ma non si vede! Credo di essere in grado di spiegare ogni aspetto della vita, in chiave comica!-. Ma di questo si parlerà in seguito.

L'occasione arriva con Albert Pickard, impresario di spettacoli comici a cui Stan, circa sedicenne, si presenta, chiedendogli umilmente un provino:- Ma non dica nulla a mio padre!-. Da qui, sembra un po' "L'attimo fuggente" e merita di essere raccontato. 
L'uomo più anziano ha tenerezza per questo ragazzino magro, coi capelli ramati e gli offre questa possibilità:- Ha poco valore un provino davanti ad una persona sola! Ti darò una chance di fronte ad un pubblico vero!-
Stanley non sta più nella pelle dalla gioia; tuttavia, la sera del provino ... quando tocca a lui andare sul palcoscenico, trova suo padre tra il pubblico: il signor Pickard non è stato di parola!
Malgrado il primo agghiacciamento, Stan sente ormai in sé il comico, l'attore e il professionista radicato. Quindi, porta avanti il suo spettacolo, incoraggiato dalle risate crescenti tra la gente in sala, nonostante il suo repertorio non sia originale, ma scopiazzato dai vari sketch dei comici teatrali inglesi dell'epoca. Canzoncine, movenze buffe, gag da clown, per non parlare del suo abbigliamento assolutamente bislacco.
Il provino è riuscito! Tuttavia, Stan non riesce a stringere la mano ad Albert Pickard, che lo aspetta entusiasta dietro le quinte, a quell'uomo che lo ha impunemente tradito!
Si strucca nella toilette, piangendo per la rabbia. Ma ... non tutto il male viene per nuocere!
Suo padre ha notato grande stoffa in lui e lo incoraggia a continuare! Suo figlio non è più un bambino, ma ormai un giovane uomo e può riuscire su questa strada!
Unendosi alla compagnia di "Fred Karno e i suoi pagliacci", Stan lascia la sua amata Inghilterra per l'ignoto Nuovo Mondo, a New York. Ed è qui che fa amicizia col capocomico, un certo Charles Spencer Chaplin.
Con lui diventano amici, condividono la stessa stanza d'albergo, quando con la compagnia approdano a Broadway.
Stan parlerà sempre di quel periodo con un sorriso divertito sulle labbra, dicendo:- Gli americani dovevano vedere noi giovani inglesi un po' buffi e strani!-. Questo raccontando l'aneddoto di aver lasciato le proprie scarpe fuori dalla porta, per farle pulire, come usanza in Europa! Poi, al mattino non le aveva più trovate! Andando a lamentarsi con il portiere, quest'ultimo gli aveva domandato perché diamine avesse fatto una cosa simile! Morale della favola: Stanley si era dovuto presentare a teatro, alle prove, vestito di tutto punto, ma in ciabatte, con tanto di scritta della buona notte sulla tomaia. Davvero spettacolare, quando l'ho letto non la smettevo più di ridere!






Quando Chaplin seguirà il cinema per un introito maggiore, Stan prenderà il suo posto come capocomico. Alla fine, però, pure lui seguirà la stessa via. Non è facile, Stan parlerà di aver anche patito la fame. Tornerà in Inghilterra per disperazione, quando la ruota del successo girerà anche per lui.
Alla volta di Los Angeles farà diverse gag da solo oppure affiancato da un attore scozzese, più anziano: James Finlayson, conosciuto però come "Finn". Baffi, sguardo che l'uomo sa rendere buffamente digrignante, stempiatura sulla testa ... James è il compare perfetto. Spesso fa da Stan da spalla e viceversa. Tra i due nasce un rispetto reciproco! E una forte amicizia che si perpetuerà negli anni.
E' il periodo in cui Stanley trasforma le tragedie di Rodolfo Valentino in comiche, col nome di Rhubarb Vaselino. "Mud and sand" (versione comica di "Sangue e arena"), "Monsieur don't care", tutte parodie spassose in cui Stan ricorre alla sua abilità fisica di muoversi come un pupazzo di gomma. Unico nel suo genere, è stato più volte detto.

E non manca la parodia di "Dr. Jekyll e Mr Hyde" di Stevenson, che Stan ha ribattezzato "Dr Pyckle and Mr. Pryde", dove è davvero fantastico!


Nella vita e nelle sue gag fa coppia con un'attrice e cantante australiana, Mae Dahlberg, che è la donna che gli suggerirà il cognome Laurel al posto di Jefferson. Questo guardando, in camera, un libro di storia dov'era raffigurato Scipione l'Africano, incoronato d'alloro. Non tutti forse sanno che la parola laurel in inglese significa appunto lauro, alloro. Nel momento in cui Mae ripeteva quel nome ad alta voce, entrò Stan nella stanza e lei gli chiese se gli piaceva come cognome d'arte. La mozione fu accolta!

Come non tutti hanno potuto osservare quanto Stan, quando non contorce e deforma il proprio volto in espressioni comiche, sa essere davvero un bell'uomo. Riconosciuto da più scrittori e le persone che hanno avuto l'onore e la fortuna d'incontrarlo personalmente come pari al fascino di Bob Taylor e Franchot Thone, in molti si sono domandati di perché la Metro Goldwyn Mayer non l'abbia mai utilizzato in parti attributi ai primi due attori. E credo l'abbiano anche chiesto a Stan stesso, dato che, in un sito che racchiude tutta la sua corrispondenza (www.lettersfromstan.com) lui ha risposto che non era nella sua indole interpretare ruoli alla Clark Gable o Cary Grant, da sex symbol, affascinante e romantico. La sua anima è giullare e il cuore da clown, non ci si vede proprio a impersonare un Reth Butler o un Armand Duvall ne "La signora delle camelie".


E ci sono due particolari effetti comici che gli escono alla perfezione: piangere, anche se lo fa malvolentieri, perché gli sembra una soluzione troppo facile mettersi a piangere quando le cose vanno male, ma lo fa lo stesso per  amore del pubblico; e vestirsi da donna, perché si contrastano i suoi lineamenti molto delicati, quasi femminili alle sue movenze del tutto goffe e impacciate, tipicamente maschili.




La grattata di testa verrà poi.
Quand'ecco l'incontro decisivo con colui che resterà nella sua vita come compare, socio, fin divenire man mano un fratello: Oliver Hardy.
Già si erano conosciuti sul set del cortometraggio muto "Lucky dog" ben nove anni prima.
Il set fortunato questa volta è "Amale e piangi". Stan sarebbe dovuto essere il regista, sua massima aspirazione e Ollie e James Finlayson come protagonisti. Tuttavia, Oliver si ustiona il braccio col barbecue il weekend prima d'iniziare le riprese. Cosicché Stan è costretto a prendere il suo posto accanto a Finn, perdendo la regia e a Ollie viene assegnato un ruolo marginale.

E' durante questo cortometraggio che Leo McCarey, che è il regista, a notare la contrapposizione tra Laurel e Hardy: il magro e il grasso. E Hal Roach, produttore e talent scout di comici, esordisce con:- Scritturali, quei due sono i più divertenti che io abbia mai visto!-
Stanley, inoltre, ha il merito di aver creato un po' la coppia dei personaggi di Stanlio e Ollio. Già reputando lui stesso comica quella paradossale disuguaglianza tra sé e Ollie a livello fisico, cerca di rallentare la propria frenetica e vivace comicità, per mettersi alla parità del compare e crea il magro e stralunato Stan e il grosso e "finto" intelligente, ma che alla fine è stupido uguale, se non di più, e abbastanza prepotente Oliver. Si completano a vicenda e Ollie prende il posto di James Finlayson come "vittima sacrificale" di Stanley, mentre Finn diventa la loro spalla più efficace e il loro antagonista più amato.

In tutto questo, ha tempo anche di diventare padre di Lois e tre anni più tardi di Robert Stanley. Sfortunatamente, però, il piccolo sopravvive solo poche settimane, perché nato prematuro. Ed io non immagino davvero con che forza d'animo Stan sia riuscito a portare sul set le risate, con il morale a terra!

Tra Stanley e Oliver la complicità si consolida col tempo, girano insieme più di 100 film, tra cortometraggi e lungometraggi. Spesso con orari massacranti, quasi da sfruttamento. Tra i loro titoli più famosi: "Muraglie", "Fra diavolo", "I figli del deserto"(dal quale è stato fondato il loro fanclub, il logo lo ha creato Stan), "Allegri gemelli", "Allegri scozzesi", "Il compagno B", "Stanlio e Ollio teste dure- vent'anni dopo", "Noi siamo le colonne".  Alcuni di questi prodotti dallo stesso Stan Laurel. Fino a lasciare la loro casa di produzione "Metro Goldwyn Mayer" e passare alla "20th century fox" con "Ciao, amici" o "Il nemico ci ascolta", lungometraggio antibellico contro il nazismo che imperversava in Europa. In questo, dimostra che, se solo avesse voluto, Stan sarebbe stato anche un grande attore drammatico, come gli era capitato di fare agli inizi della sua carriera di interprete; infine, l'ultimo: "Atollo K". Ormai i loro fisici sono segnati dall'età e da una malattia di diabete e al cuore che ha colpito Stan. Ollie gli starà molto vicino quando il compare sarà preso proprio da una sorta di trombosi.

Durante una torunée in Europa, accade un avvenimento che mi ha commosso molto. La loro carriera era agli sgoccioli e molti sembravano essersi scordati di loro. Mentre stanno riposando lungo le coste di una cittadina irlandese, Stan e Ollie sentono il campanile della chiesa iniziare ad intonare il loro motivetto, la "Cuckoo song", ossia il canto del cucù, composto per loro sotto le direttive di Stan dal loro amico Marvin Hatley, musicista delle loro colonne sonore. E in men che non si dica si trovano circondati da tutti i loro fan, che fanno a loro un enorme applauso. Tra le lacrime Stan e Ollie si abbracciano e capiscono di volersi bene proprio come fratelli.

Pochi anni dopo, nel 1957, però, per Stan accade la tragedia: il suo compare di tante avventure muore per un tumore, dopo una lunga agonia. 
Mister Laurel è talmente toccato da questo evento, che il suo medico gli sconsiglia vivamente di partecipare al funerale, che potrebbe essergli fatale per la sua salute già compromessa.
Stan passerà gli ultimi anni a rivedere vecchi film con il suo caro socio, rilasciando in un'intervista:- Il mondo ha perso un genio comico, ma io ho perso il mio migliore amico, un fratello!-


Vivrà per poter rivedere il mito di Stan e Ollie rinascere a nuova vita con le nuove tecnologie cinematografiche e con un Oscar che Hollywood gli consegnerà con tutti i meriti alla carriera e dirà: -Sono solo molto rammaricato che il povero Oliver non possa essere qui a condividerlo con me!-.
Gli vengono proposti altri film, ma lui rifiuta, perché vuole che la gente lo ricordi come era una volta e poi perché senza Ollie non ha più senso per lui tornare in scena.

C'è un video commovente, a colori, in cui Stanley appare in maniera quasi a tu per tu e gioca  per noi con i burattini di Stanlio e Ollio, con la canzone del cucù che ha accompagnato tutti i loro film e pure i loro funerali. E improvvisa una piccola gag con il suo Oscar, fiero sulla scrivania, ribattezzato comicamente da lui Mr Clean e lo straccio per lucidarlo. 

Attori del calibro di Dick Van Dyke, Jerry Lewis, Maurice Chevalier e Marcel Marceu andranno a trovarlo, rivolgendosi a lui con l'appellativo di "Maestro".
Fans di tutto il mondo gli scriveranno e lui risponderà a tutti loro fino a pochi giorni dalla sua morte, avvenuta il 23 febbraio del 1965, a Santa Monica, per un arresto cardiaco. Aveva 74 anni.
E poco prima di morire non poteva non mancare il suo innato tocco comico, rivolgendosi all'infermiera con:- Vorrei tanto essere in montagna a sciare!-
- Perché, lei sa sciare, signor Laurel?-
- No, anzi, lo detesto, ma meglio che essere qui!- in pratica a lasciare la vita che tanto amava.
Dick van Dyke si occuperà del suo elogio funebre, elogiando l'ultima signora Laurel, Ida, come l'unica ad aver sul serio capito il marito Stan, davanti alla chiesa gremita, raccontando di essere sempre stato un suo fan e di aver scoperto, dopo aver cercato di rintracciare il suo numero di telefono, che bastava guardare semplicemente sulla guida telefonica come un comune mortale.
Umile, generoso, mite e semplice, attore e regista, produttore e ballerino a volte, controcanto di Ollie, in qualche occasione ... Stan Laurel rimane la stella che brillerà non soltanto nella "Walk of fame" di Hollywood, ma anche in Cielo per l'eternità, con quel posticino speciale che Dio riserva a chi ha voluto donare un sorriso e una risata a chi soffriva. 


OLIVER HARDY
Immenso, gigante buono per eccellenza, pacioccone .... insomma, tutto direttamente proporzionale a Oliver Norvell Hardy. 

Oliver Norvell Hardy nasce ad Harlem, in Georgia (USA) il 18 gennaio 1892. Come vuole la tradizione, porta il cognome del padre inglese: Hardy. E quello della madre scozzese: Norvell.


La famiglia lo vede come un futuro avvocato, per seguire le orme paterne, ma già a 4 anni Oliver è ciò che si chiama un bambino prodigio: ha una voce tenorile.
Quando il padre muore, la madre Emily diventa direttrice d'albergo per poter sostentare i suoi figli.
Ollie è molto sognatore e sensibile fin da piccolo e già con quel fisico generoso, che lo ha reso facile bersaglio del bullismo dei compagni di scuola.

Sua sorella racconta che lui arbitrava le partite di baseball in modo davvero esilarante. E ... quando all'ennesima presa in giro da parte del pubblico per la sua corporatura massiccia ... Oliver, in maniera assolutamente buffa e divertente, minacciò di mollare la partita a metà. Cosicché sbloccò le persone a capire che lui era simpatico e non doveva essere schernito solo perché grasso. Alle suppliche, quindi, degli spettatori a proseguire, Oliver accettò e capì che la gente poteva ridere per lui e non di lui.


Nel 1910, a 18 anni, si presenta alla Lubin Motion Pictures per dei provini. Soltanto che per la sua altezza di 1,83 e i suoi 120 kg viene preso per dei western col ruolo da cattivo.
Ha la parte dell'uomo di latta anche nella versione muta e in bianco e nero de "Il mago di Oz".
Durante quel periodo, si guadagna il soprannome di "Babe", coniato dal barbiere che lo preparava per i provini che aveva un'assoluta passione per le sue belle guance paffute, chiamandolo sempre:- Ecco, babe, sei pronto!-. I suoi colleghi, con burla, quindi, iniziarono pure a dargli quell'appellativo; così  per i suoi amici più cari, Stan per primo, Ollie sarà sempre Babe. Lois Laurel, la figlia di Stanley, parlerà sempre di lui come:- Mio zio Babe!-


Coltiva il suo canto, per cui ha davvero un talento innato. Infatti, la sua voce è carezzevole e rilassante. V'invito a trovare i pezzi interpretati da lui su Youtube.
Cantando conosce la prima moglie, una pianista che lo accompagna nei locali. Ma il matrimonio naufraga presto.
Quando scoppia la I guerra mondiale, Oliver, con un'istruzione all'accademia militare, vuole dare il suo contributo al proprio Paese. Tuttavia, una volta che va per arruolarsi, i due ufficiali addetti subito lo prendono in giro per la sua grassezza con l'infelice battuta:- Ehi, guarda un po' chi si vuole arruolare!-. Ciò, ovviamente, offende e ferisce molto Ollie, che se ne va risentito.
Io credo sia stato un segno del destino divino che non lo abbiano preso: se fosse morto in guerra, non avrebbe mai potuto conoscere Stanley.

L'incontro tanto fortunato come quello tra Sherlock Holmes e John Watson avviene sul set di "Lucky Dog" nel 1917. Babe s'imbatte nel protagonista della gag, questo ragazzo più anziano di lui di un paio d'anni, inglese, capelli ramati, occhi azzurri. Risponde al nome di Stan e c'è subito feeling. Anche se pure qui Ollie ha un ruolo negativo del rapinatore che deruba Stanley. E che aiuta l'antagonista del nostro eroe a nuocergli per riprendere la ragazza che si era innamorata di Stan. Oliver, si racconta, è quasi emozionato da questo incontro, perché ha già sentito molto parlare di quel comico talentuoso. Ollie non si è mai considerato, infatti, comico, anzi si definiva molto serio e quando diventerà il compare di Laurel, si reputerà sempre la sua spalla. E' Stanley la mente comica, è lui che inventa le gag e dice la sua sulla regia e la produzione. Persino sulla colonna sonora, "Il canto del cucù": sceglie la parte che ricorda una marcia militare per Ollie, proprio per l'idea di imponenza e marzialità che l'uomo suscita. Mentre per sé la parte più "leggera e folle" come il canto del cucù, perché:- La mia mente è limitata, è risaputo!- ciò che con autoironia Stan diceva di sé. Per questo Ollie ha profonda stima e immenso rispetto per lui e la sua intelligenza. Perché Babe, invece, normalmente esegue ciò che gli viene detto. Quando gli chiedono informazioni su qualsiasi cosa circa il lavoro, lui risponde sempre:- Chiedete a Stan!-

Stanley, diversamente, lo reputa un grande comico, già per il fatto del movimento di far svolazzare la cravatta tra le dita. Babe lo racconta come un gesto improvvisato. Quando fu colpito per la prima volta da un secchio d'acqua sul set, era talmente impacciato e moralmente a terra che ... non sapeva che fare. Soffiarsi il naso con la cravatta gli pareva volgare, dato che c'erano delle signore presenti. Quindi, eseguì quel gesto assolutamente gioviale e accattivante, per guadagnarsi la simpatia di chi gli stava di fronte. O il camera look, il suo sguardo fisso verso il pubblico, per cercare un po' di comprensione nel dover sopportare un compare tanto pasticcione e rimbambito! 



La carriera con Stan dura anni e anni; nemmeno i loro matrimoni, come una volta Ollie ebbe scherzosamente a dire, durarono così tanto. In Italia viene doppiato maggiormente da Alberto Sordi e Carlo Croccolo. Quando pure Laurel fonderà una sua casa di produzione, a seguito di dissapori con Hal Roach, Babe lo seguirà appena scaduto il contratto con il produttore americano, che voleva affiancarlo ad un altro comico.

S'impegnano nel sociale ad aiutare i bambini poveri e vengono anche in Italia, durante le loro ultime tournée. 



Malgrado fossero molto affiatati, raramente nella vita di tutti i giorni si frequentavano, ma solo per interessi diversi: Stan era molto attaccato al suo lavoro; Ollie era più bohèmien e gli piaceva andar fuori con gli amici, tra cui Walt Disney e Bing Crosby. Giocare a golf o seguire le corse dei cavalli. Più in età matura prendono a frequentarsi maggiormente, andando a pesca e scambiandosi confidenze tra uomini sulle donne che avevano amato.


Girano un breve filmato per il ministero dell'agricoltura, l'unica pellicola di loro due a colori originali che possediamo!


Quando il medico di Hardy gli consiglia di dimagrire, in quanto il cuore, con gli anni e la mole abbondante, si è affaticato.
Così, con una dieta ferrea, Oliver perde notevolmente peso, divenendo quasi irriconoscibile. Pure a se stesso. E non si piace, cadendo lentamente in depressione. Si chiude in casa e non vuole essere visto così da nessuno; l'unico che potrà frequentare la sua abitazione è Stan; eccetto ovviamente l'ultima moglie Lucille, quella che gli resterà vicino sino alla fine.


Non sarà, tuttavia, questo a condannarlo. Presto gli viene diagnosticato un tumore. Stanley starà costantemente accanto a lui. Sembra un copione di una loro comica già vista: Stan che va a trovare Ollie in un letto d'ospedale con una gamba rotta, causandogli mille guai (Ospedale di contea); o con Ollio con la gotta (Vita in campagna) o Stan che lo assiste durante un suo esaurimento nervoso (C'era una volta un piccolo naviglio). Stavolta però, Oliver non ha una semplice polmonite, con Stanley che deve improvvisarsi infermiere per curarlo con mille disastri (L'esplosione), è la pura realtà: Babe sta morendo! E Laurel è letteralmente terrorizzato di perderlo. C'è un film girato circa tra gli anni '80-'90 in Gran Bretagna, purtroppo solo in inglese, intitolato "Stan", in cui gli attori che interpretano loro due mostrano molto bene questa fase della loro vita: Stanley con l'angosciante e disarmante paura di perdere il suo migliore amico, al punto di temere a rispondere al telefono di casa e che qualcuno gli comunichi che Babe è morto. E che rimane al suo capezzale, distraendolo con esilaranti e insostituibili cariche del suo radicato umorismo nel leggergli gli ultimi avvenimenti sportivi sui giornali, mimando per lui scene dei loro film. E supplicandolo, tra le lacrime:- Per favore, Babe, non lasciarmi!-
L'ultima agonia di Ollie è avere completamente la parola bloccata, ma con Stan si capiscono ugualmente, con gli sguardi e le espressioni al volo, come in tanti anni trascorsi insieme hanno imparato a fare!


Il 7 agosto 1957, poi, accade ciò che Stan temeva dal più profondo del cuore:  Babe muore nella sua casa di Los Angeles, consumato da quel brutto male, lasciando nel cuore del suo migliore amico e dell'intero mondo un profondo senso di vuoto.


Stanley disse:- Voglio che Ollie sappia, ovunque sia, quanto la gente lo abbia sempre amato!-.




















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