domenica 19 luglio 2020

Humphrey Bogart

Humphrey Bogart



Arriviamo, quindi, al: "Io sono leggenda!"... Un mito di nome Humphrey Bogart!


Nato a New York il giorno di Natale del 1899, a ridosso pure del ventesimo secolo, quindi, col nome di Humphrey DeForest Bogart, il nostro eroe viene subito notato da Leslie Howard per interpretare il fuorilegge ne "La foresta pietrificata", accanto allo stesso attore inglese e ad una giovanissima futura leggenda del dramma: Bette Davis. 
Forse quell'espressione da duro, un po' del ribelle coi guanti bianchi hanno fatto sì che Bogart avesse la parte di un evaso che si intrufola in questa piccola stazione di servizio in mezzo al deserto e a fianco di una foresta di rocce, tenendo sotto scacco tutti i presenti. Compresa Bette Davis, la giovane proprietaria dell'area di servizio e Leslie Howard, un affascinante avventore, che con i suoi ideali di sognatore ha fatto colpo sulla ragazza.



Ma con Bette Davis nasce una stimata intesa, tant'è che lavorano di nuovo insieme nel tristissimo "Tramonto", dove Bogart non ha un ruolo principale, ma quello del suo fedele stalliere, da sempre con un debole per lei, giovane ragazza ricca, che ha scoperto di avere un tumore cerebrale incurabile; ma la donna è innamorata dell'oncologo che aveva cercato di guarirla con un intervento non riuscito. 



I due stanno così bene insieme, che si ritrovano ne "Le cinque schiave", dove finalmente Humphrey ha il ruolo del protagonista maschile, un commissario di polizia che indaga su un malfattore, il quale ha un locale di entreneuse. Tra esse c'è la nostra Bette, insieme ad altre quattro ragazze, tenute soggiogate in quello che oggi chiameremmo uno schiavismo del sesso. Tuttavia, tra i due, il poliziotto e la povera sfruttata, nasce del tenero, anche se fino alla fine del film lascia ad immaginazione del pubblico se tra loro ci sarà o meno una storia.


Ed ecco che siamo al cult, in un lounge in Marocco "Rick's Cafè Americaine". La città è "Casablanca".
Humphrey ha appunto il volto dell'imprenditore Rick, in questa località dove i profughi della seconda grande guerra attendono il passi per emigrare in America. E qui incontra il suo vecchio amore, Ilsa (la meravigliosa Ingrid Bergman), che lo aveva tanto deluso anni prima a Parigi, dandogli buca alla promessa di fuga insieme. Questo perché la bella norvegese Ilsa é sposata con l'idealista cecoslovacco Victor Lazlo (l'affascinante Paul Henreid), ricercato dalla Gestapo (di cui lì a Casablanca il comandante è interpretato dal mitico attore tedesco Conrad Veidt, di cui parlerò in seguito). E non dimentichiamo l'importante partecipazione del britannico Claude Rains, qui nei panni del capo della polizia francese Louis Renault. E un cammeo: Peter Lorre.
Film stupendo, anche se il finale non è così scontato.



Dopo un primo matrimonio, Humphrey Bogart conosce colei che sarà la donna della sua vita. Una giovanissima e bella attrice dagli occhi da gatta, ma l'aria fresca e sbarazzina: Lauren Bacall.
Il film galeotto è "Acque del Sud". Ed è subito amore appena lui le propone di aiutarla nella carriera, in cambio di... starci! Ma lei rifiuta secca. Basta, Humphrey ha perso la testa per questa giovane! E forse con questa "proposta indecente", ha voluto metterla alla prova se poteva davvero essere il suo grande amore! Ed è stato così! Malgrado la differenza di età. I due avranno un figlio.





Humphrey Bogart, però, non riesce a tenere quell'aria un po' burbera lontano dai ruoli di fuorilegge.
Anche se in "Nebbie", dove ritrova l'imponente attore Sydney Greenstreet, già conosciuto nella dark story "Il mistero del falco" e in "Casablanca", Bogart è il protagonista controverso di un crimine passionale. Lui, Dick, esasperato dal matrimonio con l'impossibile Katherine, arriva ad ucciderla con quasi il delitto perfetto. Questo anche per avere campo libero con la giovane cognata Evelyn, la sorella minore di  sua moglie (l'attrice Alexis Smith) della quale è innamorato da diversi anni. 


Tuttavia...il crimine, anche se in un certo senso indotto, non paga.


Lavora con sua moglie in altre pellicole, tra cui "La fuga". Narra di lui, evaso di prigione, per dimostrare la sua innocenza nell'omicidio della moglie e, in tutto il primo tempo, non lo si vede in faccia. Si osserva il mondo dalla sua visuale (tecnica di ripresa adottata sin d'ora solo nel thriller "C'è una donna nel lago" di e con Robert Montgomery). E capisci il motivo, perché quando questo diventa Humphrey Bogart attraverso una plastica facciale, si inizia a conoscere veramente il protagonista. Aiutato in tutto questo da una giovane di cui si innamora (Lauren Bacall, ovviamente). Scopre infine la vera colpevole nella migliore amica della moglie assassinata. Questa è sempre stata innamorata di lui e aveva voluto togliere di mezzo l'ostacolo. Ed è interpretata dalla magnifica Agnes Moorhead (la strega Endora di Samantha).
Alla fine, l'uomo non riuscirà nel suo intento e sarà costretto a fuggire in Perù. Verrà raggiunto dalla Bacall. E in quel frangente la guarda con uno sguardo davvero accecato d'amore da essere proprio affascinante.



Lo troviamo, quindi, in "Sabrina", al fianco di Audrey Hepburn e William Holden.



Veste i panni del collerico e del violento accanto a Gloria Grahame (unica pellicola dove ho visto questa bionda attrice con la parte dell'eroina, dato che solitamente interpreta la dark lady, la cattiva ragazza) ne "Il diritto di uccidere", dove lui, scrittore, inizia una relazione con lei, sua vicina di casa. Ma si lascia spesso andare in pericolosi attacchi d'ira e di gelosia. Cosicché, alla fine, fa un'unica cosa buona per lei: la lascia libera.


Per essere un capitano quasi ai livelli di Blight del Bounty nel film "L'ammutinamento del Caine" dove appunto lui è un capitano pazzo e crudele, con la fissazione di giocare con delle biglie in mano in maniera maniacale. Accanto a lui Van Johnson e Fred McMurray.



Gina Lollobrigida lo ha definito, malgrado la sua aria da "uomo che non deve chiedere mai", una persona galante, divertente, gentile e professionale. Innamoratissimo della moglie. E questo lo ha potuto appurare sul set de "Il tesoro d'Africa". Dove pure Humphrey ricambiò, definendola talmente femminile e sensuale da fare apparire Marylin Monroe una bambina tipo Shirley Temple.



Lui, comunque, rimane in tema del continente nero al fianco di un'altra Hepburn, Katherine. Il film è "La regina d'Africa".


Si dice che tra la Hepburn e Lauren Bacall sia nata anche un'amicizia, malgrado tra suo marito e Katherine si fosse instaurata una forte intesa.



Quindi, lo vediamo in Italia, ne "La contessa scalza", accanto ad Ava Gardner e Rossano Brazzi.



Quando arriva il momento in cui il grande Humphrey, l'uomo che pareva essere imbattibile, si spegne. Per sua moglie Lauren è uno shock dal quale faticherà a riprendersi. È il 14 gennaio 1957.



Quell'espressione un po'burbera, con la sigaretta perennemente in bocca come quasi suo segno distintivo, aveva fatto sì che mio padre non amasse tanto questo attore. Io, invece, ho imparato ad apprezzarlo, vedendo in lui il duro dal cuore tenero. Praticamente il John Wayne dei noir, Humphrey Bogart è e rimane un'icona, un simbolo per chi parla di cinema. Quel duro dall'animo gentile!

3 commenti: