lunedì 10 febbraio 2020

George Sanders

George Sanders



Attore raffinato, di quell'eleganza proprio britannica; se c'è da assegnare la parte dell'antagonista in un film, stiate pur certi di vedere quasi sempre lui. Malgrado la sua mole alta e possente e la sua espressione di gigante buono. Ma sapeva fare quell'aria ambigua, che si aggiudicò anche il doppiaggio in lingua originale della tigre Shere Khan nel cartone animato della Walt Disney de "Il libro della giungla" di Kipling.



Nato a San Pietroburgo, in Russia, da però genitori inglesi, il 3 luglio 1906, fa ritorno alla madre patria britannica con la sua famiglia, appena in Unione Sovietica scoppia la rivoluzione.



Uno dei suoi primi ruoli, in realtà, è dell'eroe, in un film che a me piace molto, "La spia dei lancieri", accanto all'attrice e ballerina messicana Dolores Del Rio. Racconta la storia di un ufficiale della marina britannica, tenente Michael Bruce che, essendo stato notato come sosia di un ufficiale dell'esercito tedesco, durante la prima guerra mondiale, un tale barone Kurt von Rohback (quindi, lui esegue un doppio ruolo), reso prigioniero degli inglesi, in una fortezza nel Suffolk, lo infiltrano al posto di quest'ultimo, inscenando un'evasione; permettendogli di andare a Berlino, in vece del vero Kurt, trasferito in una prigione inglese più segreta. Questo gli fa guadagnare il titolo di eroe nazionale in Germania, ma suscitando i sospetti del capitano della polizia e del suo secondo ufficiale (interpretato da Peter Lorre). Questi gli mettono alle costole Dolores Daria, una ballerina che fa anche da spia e che, malgrado capisca che lui è a sua volta una spia britannica, non lo denuncia, perché se ne innamora. E lo aiuterà nel suo piano. Fino ad immolarsi per il suo amato.



Tuttavia, a Sanders già viene assegnata la parte dell'ambiguo nel thriller di Hitchcock, "Rebecca, la prima moglie" accanto a Laurence Olivier e Joan Fontaine, col ruolo dell'amante della defunta e diabolica Rebecca, diventando anche un po' ricattatore. E anche in "Questa terra è mia" accanto a Charles Laughton e Maureen O'Hara, che, geloso di quest'ultima, in una Francia già invasa dai nazisti, non esita a consegnare alla Gestapo il povero Charles Laughton, qui un timido e modesto insegnante da sempre pure innamorato della O'Hara.



A noi, però, George ci piace col ruolo da eroe; anche se un po' represso, in verità, è quello nel film "La fine della famiglia Quincey", anche conosciuto col titolo "Io ho ucciso", accanto ad Ella Rains e Geraldine Fitzgerald. Ossia, lui, Henry Quincey, unico fratello maschio di due, oserei dire, zitelle, vive soggiogato in qualche modo a loro. Specialmente di quella più giovane, Letty (l'attrice drammatica Geraldine Fitzgerald), la quale ha sempre avuto per il fratello un amore morboso al punto da fare l'impossibile per sabotare la relazione e conseguente fidanzamento, che lui instaura con Deborah Brown, una bella turista da New York, lì nel loro paesino di provincia (dove nacque George Washington), interpretata dalla bellissima Ella Rains (che rassomiglia un po' a Romy Schneider).



In tutto questo sposa anche la vamp Zsa-Zsa Gabor, ma il matrimonio naufraga. Sposerà poi la cognata.


E lui salta nuovamente in un ruolo ambiguo, che gli fa aggiudicare un Oscar come miglior attore non protagonista, in "Eva contro Eva" al fianco delle due regine ossia Bette Davis e Anne Baxter.



Anche il ruolo di re, però, gli calza bene, proprio per la sua eleganza. Interpreta una volta Riccardo cuor di leone, nel film omonimo, accanto a Virginia Mayo e Rex Harrison nel ruolo del re Saladino, che narra proprio le vicende del sovrano inglese durante le crociate contro i saraceni. E che apprende che in Inghilterra suo fratello Giovanni sta usurpando il regno. La storia di Robin Hood, in un certo senso, dal punto di vista di re Riccardo, dalla Turchia. E il dover far fronte alla passione che nasce tra la sua giovane cugina (Virginia Mayo) e un suo eroico soldato scozzese, che cerca anche di salvaguardarlo dai traditori pure nella sua guarnigione.


E due volte re Carlo II, in "Ambra", accanto a Linda Darnell e Cornel Wilde. La seconda volta ne "Il ladro del re" accanto a un cast importante come il bellissimo attore inglese Edmund Purdom, il pure britannico David Neven nel ruolo del cattivo e sempre in tema di Gran Bretagna, Roger Moore e la giovane Ann Blythe nel ruolo dell'eroina, lady Mary, che, nell'Inghilterra del XVII secolo, deve vendicare il padre, mandato ingiustamente alla forca da un duca cospiratore (David Neven). E per questo si allea, innamorandosene, di un ladro gentiluomo (Edmund Purdom), che con la sua Lega (tra cui Roger Moore) rubava ai ricchi. Una sorta di Robin Hood. Con la Benedizione, però, del re, quando i due lo salvano dal traditore che voleva ucciderlo.


Veniamo quindi al suo perdere la testa per la bella Rebecca, alias Liz Taylor, in 'Ivanhoe", accanto inoltre a Robert Taylor e nuovamente Joan Fontaine. Ricoprendo il ruolo di antagonista, ma che si riscatta sul finale, confessando un amore sincero per la giovane, in punto di morte, dopo un drammatico duello con Ivanhoe, ossia il bel Robert Taylor.


Quando Walt Disney lo vuole per una sceneggiatura avventurosa tratta da un racconto di Jules Verne, "I figli del capitano Grant", al fianco di Maurice Chevalier e Hayley Mills. Anche se George Sanders entra in scena nel secondo tempo. E per quale ruolo secondo voi? Ma quello del cattivo, ovviamente, il traditore signor Hampton, che, all'epoca, come ufficiale in seconda del disperso capitano Grant, aveva cospirato per un ammutinamento per rubargli la nave. E da allora, da elegante pirata ripulito, si diverte a depredare le navi altrui.




Come già detto, viene scelto per la voce di Shere - Khan, per la sua timbrica possente. Ovviamente... antagonista di Mowgli.


Ci lascia in una città della Spagna, il 12 aprile del 1972, che non aveva ancora sessantasei anni, suicida, dopo che l'unione con Magda Gabor era naufragata dopo solamente due settimane e dopo aver capito che il proprio cervello stava diventando incontrollabile.


Sembrava nato per il ruolo dell'antagonista, come Charles Laughton che sapeva fare il cattivo con una pacatezza rasente la follia e Claude Rains con una calma quasi ironica. George Sanders lo interpretava con una pacatezza raffinata, ma, come per i suoi altri due colleghi, quando si trattava di dover fare il buono, l'eroe...beh riscattava tutte le cattive azioni dei suoi personaggi cupi. Anche se la vita gli ha destinato un finale molto triste come quello dei suoi anti eroi, che subivano il giusto castigo. Un amaro finale per un grande caratterista.

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