Tony Curtis
Tony Curtis, uno dei belli e sex symbol dell'epoca. E direi!
Bernard Schwartz, diventato poi Tony Curtis, nasce a New York il 03 giugno 1925 (altro Gemelli, guarda un po'!) Subito la sua avvenenza si fa notare per essere una stella del cinema.
Tra i primi ruoli importanti, lo troviamo accanto a James Stewart e Shelley Winters in "Winchester '73" e in "Francis, il mulo parlante" accanto ai due protagonisti: il simpatico equino e Donald O'Connor.
O uno dei primi ruoli da protagonista è in "Bolide rosso" accanto ad una affascinante Piper Laurie, con la quale lavora nello scanzonato film: "Non c'è posto per lo sposo", dove loro due, novelli sposini, si vedono costretti ad andare nella casa patriarcale di lei. E lui si ritrova a dover far fronte alla tanto numerosa quanto ingombrante e invadente famiglia della sua cara mogliettina.
Conosce e sposa una collega, la bella Janet Leigh, dalla quale avrà, tra l'altro un'altra grande attrice, Jamie Lee Curtis. Oltre ad un altro figlio.
E con sua moglie recita in un film in costume "Lo scudo dei Falworth", ambientato nell'Inghilterra medievale, dove lui, scudiero scapestrato, sotto falso nome frequenta la scuola per diventare cavaliere e far rivalere il nome della sua famiglia, i Falworth, appunto, tacciata ingiustamente tempo fa di tradimento. E s'innamora di lei, bellissima dama di corte.
E sarà proprio quella sua aria scanzonata da bel briccone ad assegnargli ruoli da buon filibustiere, tipo "Il grande impostore". O in un film che io adoro:"A qualcuno piace caldo", un cult di Billy Wilder, nel quale Tony lavora accanto a due mostri sacri come Jack Lemmon e Marilyn Monroe. La rocambolesca storia di lui, Joe e Jack Lemmon, Jerry, squattrinati musicisti in band maschili, si trovano, loro malgrado, testimoni della strage di San Valentino di Chicago. Quindi, sono costretti a scappare vestiti da donna come Josephine e Daphne, rispettivamente sassofonista e suonatrice di contrabbasso e unirsi ad una band femminile diretta in Florida. E qui conoscono la cantante, la conturbante Zucchero, ossia Marilyn Monroe, di cui all'inizio s'invaghiscono entrambi. Ma poi Jerry, Jack Lemmon, lascia il posto al compare, che s'innamora davvero di lei, lui, che è sempre stato un Don Giovanni, un po' mascalzone con le donne.
Pare, tra l'altro, che con Marilyn ci sia stata davvero una storia e si vocifera di una gravidanza di lei non andata a termine.
Ma Tony Curtis è anche capace di ruoli drammatici. Tipo "Trapezio", al fianco di Burt Lancaster e Gina Lollobrigida, "La parete di fango" accanto al bellissimo Sydney Poitier; nei ruoli di due galeotti, ammanettati insieme, uno bianco e l'altro di colore, che tentano il tutto e per tutto per fuggire dalla prigione, pure mettendo da parte la reciproca antipatia, che diverrà amicizia, in questa evasione disperata."Spartacus" di Stanley Kubrick, con Kirk Douglas e Jean Simmons. E "Capitan Newman", accanto a Gregory Peck, Angie Dickinson e Bobby Darin.
Per infilare sempre qualche commedia tipo "20 chili di guai ... e una tonnellata di gioia" assieme a Suzanne Pleshette. Dove lui, direttore di un casinò de Las Vegas, si trova a dover prendersi cura della figlia di uno dei suoi giocatori, che finisce tragicamente. Ad aiutarlo, la figlia del suo capo (la Pleshette), che lui aveva assunto come cantante, con cui, ovviamente, nasce la storia d'amore.
E "Operazione sottoveste", al fianco di un già maturo Cary Grant.
Recita in altri film con Janet Leigh, tra cui "Chi era quella signora?", dove lui, beccato a baciare un'altra donna, all'inizio in fragrante da lei, sua moglie, s'inventa di essere un agente segreto e che quella era una tattica sotto copertura, con un Dean Martin a fare la parte del suo amico che gli regge il gioco. Ma, se nella finzione tutto finisce bene, nella realtà, proprio forse a causa delle un po'tante scappatelle di Tony, i due divorziano.
Quando anche per lui arriva, in età matura, il ruolo da cattivo, ma non quello un po' filibusta. Il cattivo per eccellenza. Prima ne "Il conte di Montecristo" nella parte del crudele Montego, accanto a Richard Chamberlain e Louis Jourdan.
Poi, accanto a Peter Ustinov, nella versione rivisitata di "Poirot- Delitto in tre atti", dove Tony Curtis ha il ruolo dell'assassino. Versione rivisitata del racconto della grande Agatha Christie, perché trasportato negli anni '80, anziché nei più giusti anni'30.
Appare in un episodio della sitcom "Hope e Faith", che a me piaceva molto.
Ha avuto altre mogli e altri figli e, dopo un Telegatto alla carriera, ricevuto qui in Italia (dove era apparso solare e simpatico), si spegne a 85 anni, il 29 settembre del 2010, a causa di una infezione ai bronchi di cui soffriva da tempo. Lasciando vedova la sua ultima, giovane moglie di nazionalità tedesca.
Ha sempre avuto quel bel faccino da filibustiere, ma forse è per questo che ha avuto successo e che sapeva trasformare ciò in qualcosa di accattivante e anche adorabile, Tony Curtis mi farà sempre ridere nel ruolo del sassofonista Joe e in altri ruoli per cui si dirà sempre:- Ma certo che lo conosco, lui è Tony Curtis!-. Bello e simpatico.
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