lunedì 16 dicembre 2019

Stewart Granger

Stewart Granger



Malgrado l'aspetto latino, questo bel ragazzo è un famoso e apprezzato attore inglese degli anni d'oro di Hollywood dai 50 in poi. Sua la maschera di Scaramouche nel film omonimo e la magia della sua aria di eroe romantico, in Italia, veniva coronata, come ho già accennato, da un doppiatore che amo molto per la sua calda pacatezza di timbrica: Emilio Cigoli.


Battezzato James Lablache Stewart Jr, a Kensington, essendo nato il 6 maggio 1913, in Inghilterra, Stewart Granger decide di mettersi il proprio cognome come nome perché di James Stewart ce n'era già uno. Togliendo la pomposità di tutto il nominativo. Un po'come Michael Keaton che ha preso il cognome di Buster Keaton, perché il suo nome vero è Michael Douglas, che già esisteva.


Fin dall'inizio sembra tagliato per i ruoli nei film di cappa e spada. Anche se uno dei suoi primi ruoli è quello di Quatermain in "Le miniere del re Salomone", parte che sarà interpretato nei due remake da Richard Chamberlain prima (accanto a una giovanissima Sharon Stone) e Patrick Swayze dopo.
In questo film Stewart incontra per la prima volta Deborah Kerr. Ma non sarà lei che sposerà. Dopo un primo matrimonio fallito, sposa un'attrice molto più giovane di lui, sua conterranea: Jean Simmons, con la quale lavorerà ne "La regina vergine", dove lei interpreta la sovrana inglese Elisabetta I nella sua ascesa al trono.


Il loro matrimonio dura dieci anni.
Dopodiché, Stewart si rifà una vita e entra nei suoi ruoli per eccellenza.
Il primo è "Scaramouche" accanto a un trittico doc: Janet Leigh, Eleanor Parker e Mel Ferrer.
Ambientato nella Francia prerivoluzionaria, con già i dissapori del popolo del '700 di Maria Antonietta, racconta la storia di André Moreau, giovane avventuriero, amante della libertà che assume la maschera da pagliaccio di Scaramouche, nella compagnia teatrale dove lavora la sua donna di sempre, Leonore (la bella Eleanor Parker), per vendicare la morte del suo fraterno amico Philippe, ucciso in duello dal sadico e arrogante marchese Noel de Maynes, abile spadaccino (Mel Ferrer, primo marito di Audrey Hepburn). Non questo lo aveva fermato a sfidare il giovane Philippe (che per chi si ricordasse il telefilm della donna bionica, l'attore, Richard Anderson, è quello che fa il suo capo, Oscar), che con lo pseudonimo di Marcus Brutus, militava per la politica della libertà, la fraternità e l'uguaglianza (i tre principi motrici della rivoluzione francese).
È per questo che André, da uomo spensierato, si trova intrappolato in una veste di "latitante vendicatore", che cerca di diventare uno spadaccino più forte del marchese. E, nel frattempo, amato oltre che dalla fulva Leonore, da una giovane contessa, Aline de Gavrillac, (l'attrice americana Janet Leigh, ex moglie di Tony Curtis e mamma di Jamie Lee Curtis). Tra l'altro, la bionda Aline è la promessa sposa di Noel, scelta tale dalla regina.
Film molto avvincente, a tratti drammatico, a tratti divertente, dove Stewart Granger mette in risalto questa sua versatilità, nei panni dell'avventuroso eroe, che rincorre una causa importante.


Elegante anche a lui, come si addice ad un inglese e perfetto per queste parti di cappa e spada, che gli viene subito assegnato un altro ruolo del genere. Il film è "Il prigioniero di Zenda", da cui hanno tratto diverse versioni (Stan Laurel ne aveva fatto una parodia negli anni '20, dato che la storia non è originale). 
Questa volta la partner di Granger è un'attrice scozzese che ha già conosciuto, Deborah Kerr e il suo antagonista è l'interprete inglese come lui James Mason.
Qui interpreta il doppio ruolo del turista britannico Rodolfo Rassendyll, in viaggio di piacere nella località inventata di Zenda (situata, credo, nell'immaginario, nell'Europa slava o giù di lì) e quello del futuro sovrano di questo regno che si dia il caso essere cugini alla lontana, ma perfettamente uguali. E col medesimo nome. Tuttavia il giovane re, che deve essere incoronato il giorno successivo, si dimostra ancora troppo immaturo per la sua dissolutezza, malgrado già gli sia anche stata assegnata una promessa sposa, la principessa Flavia (Deborah Kerr).
Quando questo viene drogato e rapito dal fratellastro Michele, che vorrebbe impossessarsi del trono invece sua, con l'aiuto del crudele conte Rupert di Hentzau (James Mason), Rodolfo si trova a dover prendere il posto del cugino all'incoronazione per impedire l'usurpazione. Tuttavia, la messinscena dura più del previsto, messo un po' alle strette dal braccio destro reale, il colonnello Sapt (l'attore Louis Calhern), cosicché Rodolfo s'innamora della principessa Flavia, la quale si ritrova un uomo piacevolmente diverso dallo scapestrato principe che ricordava. Perciò, ricambia il sentimento.



Stewart Granger abbandona un po' i panni dell'eroe in "Fuoco verde", dove interpreta un ambizioso ricercatore di smeraldi in Colombia, bramoso a tal punto da sacrificare la vita del prossimo e mettere a rischio l'amicizia col suo socio di sempre. Solo l'amore per una bella proprietaria di una piantagione, interpretata da Grace Kelly, lo farà capitolare.



Per diventare quasi un cattivo ne "I fratelli sono valorosi" accanto a Robert Taylor, dove sono due fratelli marinai. Il primo, Taylor, buono e il secondo, Granger, dato per disperso, ritrovato scapestrato e con pure un'insana ambizione di ricercatore di perle, stavolta, al punto da portare la ciurma della nave del fratello all'ammutinamento e rubargli quasi la moglie, impersonata dalla giovane Ann Blyth, con la quale c'era sempre stato un debole.
Alla fine, però, come in "Fuoco verde", prevale l'amore, in questo caso quello fraterno e i due si allenano per sedare la ciurma fuori controllo e affamata di perle.



Stewart Granger e Robert Taylor si scambiano i ruoli del buono e del cattivo in un western, "L'ultima caccia", dove il primo, ora, è il valoroso e buon sceriffo che deve dare la caccia ad uno spietato Robert Taylor.


Non sarà l'unico western. Gira l'avvincente "Arma di gloria", accanto alla rossa Rhonda Fleming. Pistolero pentito torna dal figlio, rimasto solo e aiuta il villaggio a liberarsi di un mandriano senza scrupoli. Innamorandosi della bella vedova Jay.


Un altro suo ruolo importante è quello accanto a Peter Ustinov ed Elizabeth Taylor in "Lord Brummell", filmone drammatico sulla storia dell'amicizia tra un principe un po' viziato, Ustinov, e un giovane, il nostro eroe, nominato suo consigliere. Amicizia messa in pericolo per amore della stessa donna, la Taylor.


Lo troviamo accanto ad un'altra ambasciatrice delle brune bellissime di Hollywood, Ava Gardner, in "Sangue misto", sulla storia della difficile vita degli anglo-indiani degli anni '50 in India.



Quasi, probabilmente, perseguitato dall'assonanza con James Stewart, io ricordo una simpatica loro foto sul giornale, entrambi anziani, seduti ad un tavolo, uno di fronte all'altro, che si indicano a vicenda.


Dopo altri ruoli in veneranda età di poco spessore, Stewart Granger ci lascia per un tumore a 80 anni, il 16 agosto 1993, dopo tre mogli, diversi figli e una lunga carriera.


Le ultime fotografie che lo ritraggono, già annunciavano la sua malattia. Ma io voglio ricordarlo così, con quella capigliatura bruna, alto 1,90, quell'espressione scanzonata e quelle belle risate piene e solari che lo rendevano unico.
Bello e impossibile, direbbe forse la Nannini, con gli occhi neri e quel sapore latino, dico io, malgrado i natali inglesi. Soprattutto, però, l'eroe di tante avventure con cui mi godevo i film di cappa e spada con mio padre e mia madre. Ed è per questo che sono molto grata e affezionata a questo bellissimo attore.





lunedì 9 dicembre 2019

Grace Kelly

Grace Kelly



Bellissima, bionda e statuaria, soprannominata "ghiaccio bollente" per l'aria altera in apparenza, ma appassionata in realtà, sembrava predestinata al ruolo della principessa. Peccato che le abbia riservato un tragico fato.


Nata a Filadelfia, il 12 novembre del 1929, da una benestante famiglia irlandese emigrata in America, Patricia Grace Kelly ha fin da giovane le idee molto chiare: vuole diventare attrice. Malgrado sia stata una nuotatrice molto promettente.


Viene subito notata come partner ideale di un colosso del cinema: Gary Cooper. Il film è un cult dei western: "Mezzogiorno di fuoco", ispiratore di molte parodie, tra cui "Mezzogiorno e mezzo di fuoco" di Mel Brooks col grande Gene Wilder.
Il ruolo di Grace è quello della neosposina di Gary Cooper, che cerca di far rinsavire suo marito al famoso duello con un fuorilegge che aveva giurato vendetta verso di lui, in quanto sceriffo che lo aveva sbattuto in cella.


Affianca un altro sciupafemmine per eccellenza, Clark Gable e una famme fatale come Ava Gardner in una pellicola di John Ford, ambientata in Kenya, " Mogambo".



Tuttavia ciò che la consacra è l'amicizia con un grande regista inglese, dall'aspetto buffo, che, malgrado questo, si dica sia un maestro del brivido, del thriller dell'epoca: è la volta di Alfred Hitchcock.
Il giallo, dal titolo "Il delitto perfetto", è quasi come un set teatrale, concentrato praticamente per intero su una stanza sola, in una elegante casa di Londra, e narra la storia di una giovane, ricca signora di nome Margot Wendice, la cui vita è in pericolo per colpa del marito che medita di farla assassinare. Il motivo è che ha scoperto che lei si è innamorata di uno scrittore americano e teme di perdere la sua esistenza di parassita della ricca consorte. Quindi, il secondo motivo è ereditare, ma quando il suo piano fallisce, il perfido Tony progetta di mascherare la legittima difesa della povera Margot con cui lei uccide il suo sicario, come un omicidio, di modo da farla impiccare, quindi farla eliminare direttamente dalla legge.
Thriller cult e mitico, dove la bellissima Grace è affiancata da un agghiacciante Ray Milland (attore e regista gallese molto accreditato) e da un buon Robert Cummings (che da giovanissimo era già stato diretto come protagonista da Hitchcock nel bianco e nero "I sabotatori") nella parte dell'amante innamorato, che cerca di salvarla. A dispetto del remake con Gwyneth Paltrow, Michael Douglas e Viggo Mortensen, dove l'amante si trasforma nel sicario pagato e ricattato dal marito per ucciderla.


Con quell'uomo che amichevolmente verrà sempre chiamato da Grace "Hitch", è talmente un sodalizio artistico che lui la vuole anche per la pellicola successiva "La finestra sul cortile", dove l'attrice è sempre più brava e bella. E, stavolta, il suo famoso partner è un attore di origini irlandesi come lei, già un purosangue nella scuderia del mitico Alfred: James Stewart.
Anche di questo è stato fatto un molto meno riuscito remake, malgrado la bravura del povero Christopher Reeves, già tetraplegico, e l'ex "sirenetta a Manhattan" Daryl Hannah.



Quando ormai è all'apice della carriera e della moda come modello di eleganza per eccellenza, Grace cambia stile, diventando sciatta e terra, terra con "La ragazza di campagna", che però le vale l'Oscar. Film drammatico e sentito.
Accanto a lei due calibri da novanta: William Holden e il cantante e attore Bing Crosby.
Subito dopo, è la volta di "Fuoco verde", accanto ad un altro pezzo d'uomo, un attore inglese molto attraente: Stewart Granger.



Adorata dai registi per la sua educazione e professionalità zelante, Grace Kelly torna però al suo preferito, l'amico Hitch, che rivuole la sua bionda prediletta per un giallo ambientato in riviera, a Montecarlo, accanto all'ennesimo super calibro al fianco dell'attrice, ossia Cary Grant. Il film è "Caccia al ladro", sulle vicende di questo ladro "in pensione", conosciuto come "il gatto" , a cui vengono attribuiti i furti che ancora avvengono tra i ricchi e un'ereditiera piuttosto capricciosa, ma con cui nasce l'amore.
Questo film vede due incontri che hanno segnato la vita della donna. Il primo è con il principe Ranieri di Monaco, che sposerà poco tempo dopo. Il secondo è con la tortuosa, serpeggiante e vertiginosa strada costiera che le sarà fatale alla sua dipartita.



Grace Kelly, prima di sposarsi, recita in due commedie. Una un po'amara, "Il cigno", che già è profetica nel darle il ruolo della principessa Alexandra, la quale si innamora del precettore dei suoi fratellini, interpretato dal bellissimo Louis Jourdan. Sfortunatamente, però, deve rinunciare al suo sogno d'amore per le ragioni di corte, che l'hanno già promessa in sposa ad un principe, impersonato qui da un buffissimo Alec Guinness (che, per chi non avesse in mente questo attore britannico, è l'austero nonno di Cedrick Fauntleroy ne "Il piccolo lord' con Ricky Schroeder).



L'ultima è musicale e la danno spesso sotto Natale ed è "Alta società", dove lei ritrova Bing Crosby e si affianca anche un altro cantante swing e attore molto apprezzato, Frank Sinatra.



È il momento di diventare, però, principessa per davvero e salutare il cinema. Così in sfarzosità, Grace sposa Ranieri e riporta nuovo splendore nel principato.
Hanno tre figli, Carolina, Stephanie e Alberto, attualmente regnante e la sua vita pare perfetta.
Sennonché, Grace riceve la telefonata del suo vecchio amico "Hitch", che le parla di questo nuovo film per il quale vuole lei come protagonista, una donna tormentata da traumi infantili. Il titolo è "Marnie" e il suo partner sarebbe un altro bello, per restare sul suolo britannico, l'attore scozzese Sean Connery.
La principessa è tentata alquanto ad accettare, anche perché Hollywood le manca, non lo avrebbe mai creduto così tanto. Tuttavia, il suo rango non glielo consente e, sebbene a malincuore, declina l'offerta. Cosicché al suo posto viene scelta la giovane Tippy Hedren (la madre di Melanie Griffith e nonna di Dakota Johnson).



Fino a quando il destino, quel 14 settembre del 1982, si fa beffa di lei, che era stata tanto abile a guidare su quella famigerata strada serpeggiante durante "Caccia al ladro", ora, con quella stessa strada la uccide. In macchina con la donna c'è la figlia più giovane, Stephanie, che, però, si salva. La principessa Grace, purtroppo, muore poche ore dopo.
Al suo funerale, sotto tutti gli onori ufficiali, nel corteo figura pure un commosso Cary Grant.



Per anni le hanno attribuito flirt, storie varie, ma solo forse un paio di queste sono state confermate. Nessuna delle altre hanno mai avuto fondamento. E a dispetto di tutti i pettegolezzi, Grace Kelly rimane quella che mio padre amava tanto, una delle donne più belle ed eleganti che hanno fatto brillare Hollywood. Stan Laurel era emozionato quando in una sua lettera racconta di essere stato ospite della principessa Grace, a Monaco.
Insomma, era ben voluta per la sua raffinatezza e la sua leggiadria. Solo un destino infausto che ha deciso di portarla via troppo presto, ma Hollywood, come tutti, ne avrà sempre un geloso e caro ricordo.


lunedì 7 ottobre 2019

Clark Gable

Clark Gable


Il suo:- Francamente me ne infischio!- detto a Vivien Leigh in "Via col vento", alla fine di tre ore di patimenti per ottenere l'amore di Rossella O'Hara, credo sia stata una delle frasi del cinema più famose e immortali.



William Clark Gable nasce a Cadiz, in Ohio, il primo febbraio 1901.
Da molto giovane non era propriamente bello, anzi, le orecchie a sventola e piuttosto grandi stonavano molto sul suo viso a tratti asimmetrici.
Tuttalpiu, arginando un pochino le imperfezioni, quelle sue orecchie a sventola diventano, in pratica, il suo marchio di fabbrica.
Occhi blu e fascino da macho, da giovanissimo s'imbarca in un paio di matrimoni con donne più anziane. 
E...in un matrimonio che durerà per sempre: quello con Hollywood.
Ne "La tragedia del Bounty", con un vecchio leone del cinema come Charles Laughton e un altro sex symbol come Franchot Tone, Clark Gable riveste un bellissimo secondo ufficiale Fletcher Christian.


Altro suo marchio distintivo saranno quegli eleganti baffetti neri.
Ed è accanto ad una giovane attrice che diventerà sua molto tenera amica, tale Joan Crawford, con la quale ha l'occasione di sfoderare questo suo tratto affascinante. Il primo della serie di film che gireranno insieme e' "Incatenata".


Fama di sciupafemmine, ha anche una relazione con uno dei primi sex symbol dell'epoca, Jean Harlow (attrice che ha lavorato anche con Stan e Ollie), Clark incontra sul set tuttavia colei che sarà per sempre l'amore della sua vita: Carole Lombard.



Col doppiaggio di Gino Cervi lo troviamo in un film un po'sdolcinato di Frank Capra, "Accadde una notte" ruolo che si dice gli sia stato dato per punizione per averne rifiutato un altro. Gli vale, tuttavia, un Oscar. Accanto a lui, nel ruolo di una capricciosa ereditiera in cui s'imbatte su un pullman (lei è in fuga per amore, ma cambierà l'oggetto del suo desiderio su Clark, qui giornalista, strada facendo) l'attrice francese Claudette Colbert. Famosa e l'ispiratrice di tutte le altre (persino per Stan Laurel in "Allegri vagabondi") la scena in cui lei fa l'autostop scoprendosi la gamba.


Ritroverà questa partner sul set "La febbre del petrolio", accanto a un giovane Spencer Tracy e ad una conturbante Hedy Lamarr.



E da qui si aggiudicherà il doppiaggio fisso di una delle mie voci maschili preferite. Quella calda e posata di Emilio Cigoli, che sarà tra gli altri pure quella di Stewart Granger e la voce narrante ne "La bella addormentata nel bosco" di Walt Disney.



È il 1939. Da Charleston arriva il sex symbol dell'epoca: Reth Butler, destinato a essere un po'la spina nel fianco di Rossella O'Hara. E l'aria di adorabile canaglia di questo eroe sembra fatta apposta per il nostro Clark.


Siamo sul set del cult "Via col vento" dalle pagine di Margareth Mitchell, ad Atlanta e famoso pure è il fischio con cui lui entra in scena, dopo aver ascoltato indisturbato la drammatica dichiarazione d'amore della ribelle Rossella all'amorfo Ashley Wilkes (Leslie Howard) e dopo che lei ha lanciato un vaso contro il caminetto, indignata di essere stata inspiegabilmente respinta.


Le riprese del film, però, racconta Olivia de Havilland, partner nel cast, non furono semplici. Questo perché Vivien Leigh si rifiutava di baciare Clark Gable, dando la colpa al suo alito forte, dovuto ad una sorta di dentiera per abbellire il sorriso.



Nella vita privata, il nostro sciupafemmine sembra aver messo la testa a posto. La bionda e dolce Carole Lombard gli ha proprio imprigionato il cuore. Lei non ha neanche trent'anni ed è pure stracotta del suo bel marito.
Pare davvero sia un amore destinato a durare per sempre, se non fosse che il destino decide di essere crudele.
Lui è in California per lavoro e lei è ad Aspen, in Colorado, con la madre per una vacanza. Si sentono per telefono e Carole gli dice:- Ho bisogno di te, mi manchi! Prendo il primo volo e stasera sono lì!-. Disgraziatamente quel volo non giungerà mai a destinazione: precipita sulle montagne del Colorado e nessun passeggero se la cava. Purtroppo l'attrice e sua madre sono tra questi!
Per Clark è uno shock. I suoi amici più intimi raccontano che lui trascorse settimane intere, chiuso nella propria camera, a piangere nel letto. E se ci si pensa fa effetto e tenerezza immaginarci questo omaccione in queste vesti tragiche.


Questo grandissimo dolore, sfortunatamente, lo porta lentamente verso la bottiglia e, quindi, ad un lento suicidio. Per lui... è l'inizio della fine.


Recita accanto a Myrna Loy, tra gli altri, ne:"L'amico pubblico n. 1", del cast fa parte anche Walter Pidgeon, in cui, come già successo in "Accadde una notte", Clark sfodera un lato comico. Sul finale, quando deve andare a liberare il fratello di lei, tenuto in fin di vita, prigioniero di una sanguinosa tribù indigena del sud America, si fa credere da questi un potente stregone con gli effetti scenici di una cinepresa, essendo lui un esperto del settore. Fino a un'esilarante scena in cui lui rimane attaccato all'idrovolante di lei, vestito...con una gigantesca testa di pollo, fantoccio rubata allo sciamano della tribù.
Deve aver imparato da Stan e Ollie, coi quali ci sono riferimenti da far pensare che ci fosse abbastanza un'amicizia.
Recita per la prima volta accanto a Ava Gardner ne "I trafficanti", in un intreccio amoroso con Deborah Kerr. La seconda volta sarà in "Mogambo" e il secondo triangolo amoroso sarà con Grace Kelly, con la quale pare ci sia stato un flirt, ma niente di accreditato.


Molto prima di "Mogambo", però, dove lui è già piuttosto maturo, è la volta di un film che a me piace tantissimo, trovandolo molto romantico: "Arrivò l'alba". Siamo in Russia nel secondo dopoguerra. Lui, Philip, è un corrispondente bellico americano, in trasferta a Mosca assieme a un amico, un radiocronista di Radio Londra. È da tempo innamorato di una ballerina del Bolschoi, Marya (l'attrice Gene Tierney), corrisposto senza saperlo. Si sposano e in luna di miele a Tallinn, in Estonia, ma all'epoca era tutta Russia, fanno amicizia con un commerciante ludico inglese di nome Denny (l'attore britannico Richard Haydn), anche lui novello sposo di un'ausiliaria dell'esercito bolscevico, Svetlana.
Le leggi, però, della Russia sulle proprie donne che si uniscono a degli stranieri, tra l'altro della barricata nemica fino a pochi anni prima, sono assai rigide e spietate. Così i due uomini si vedono allontanare dalle amate mogli, riuscendo solo a scriversi in segreto.
Una volta in Cornovaglia, terra di Denny, escogitano il modo di andarsele a prendere, grazie all'aiuto di Joe, un buffo marinaio di una vecchia, ma solida nave olandese che Philip acquista e al loro amico radiocronista in Russia. Così, con un epico viaggio per mare dall'Inghilterra fino a Tallinn dove hanno appuntamento con Marya e Svetlana, Philip e Denny cercano di coronare il loro sogno d'amore.



Clark, però, un amore così grande come quello che aveva trovato nella sua Carole, non lo trova più. Passa di moglie in moglie, così come da un ruolo all'altro.
Prende una cotta per Sophia Loren, girando insieme "La baia di Napoli", per la regia di Vittorio De Sica.
Uno degli ultimi è in una commedia con Doris Day "10 in amore", dove pure lui sfoggia una certa verve comica. Dove il giornalismo accademico di lei, insegnante appunto del settore, si scontra con quello basato sulla cruda esperienza di lui, eccellente cronista di un giornale, che si è fatto come si suol dire da solo, direttamente sul campo. E lui si fa passare per uno studente di lei per conquistarla, sotto falso nome, sapendo bene la poca stima che la donna nutra per questo zotico giornalista di fama, che ha osato insultarla per lettera, dicendo che lo studio su tale materia e' una colossale perdita di tempo. Questo soltanto perché lei, proprio per la sua grande fama, aveva osato invitarlo a una sua lezione per parlare di giornalismo.



L'ultimissima apparizione di Clark è ne "Gli spostati" accanto a Marilyn Monroe e Montgomery Clift. Set considerato tra quelli maledetti perché fu il canto del cigno per tutti e tre.
Qui è accaduto qualcosa che mi è piaciuto molto. Lui è stato invitato da Frank Sinatra ad un party, in cui poteva presenziare solo... l'elite.
Clark, però, rifiutò se non venivano invitati anche quelli della troupe, gli operatori di scena, che si ammazzavano di lavoro tutto il giorno.



La sua salute risente del tanto fumo e alcool, finché non muore, il 16 novembre 1960, a Hollywood, lasciando una giovane vedova, che aspettava ancora il loro primogenito. Lei lo chiamerà Clark Jr.



Scanzonata aria da briccone, magari viso non proprio proporzionato, ma un fascino irresistibile, Clark Gable resterà un'icona di virilità, oltre che di versatilità nel lavoro. Sfortunato in amore per la perdita della sua adorata Carole, che confido abbia raggiunto con gioia, mentre lei, sicuramente, lo attendeva a braccia aperte.

giovedì 12 settembre 2019

Rita Hayworth

Rita Hayworth


Torniamo a Hollywood con colei che è stata un mito per la sua chioma fulva associata al ruolo di "Gilda".


Margarita Carmen Cansino nasce a New York, il 17 ottobre 1918 da padre spagnolo e madre americana di origini irlandesi.
La sua chioma inizialmente è bruna e dal mondo di Hollywood che la inducono a un  dolorosissimo trattamento di elettrolisi per modificare la conformità della sua capigliatura tipicamente latina. Giusto per darle quel tocco americano che, secondo i produttori, le avrebbe aperto più chance insieme al nome non più spagnolo. Quindi Margarita diventa semplicemente Rita. E togliendo il cognome iberico, le si attribuisce uno inglese, quello materno, Hayworth.



Lei ha ereditato l'arte del ballo da entrambi i genitori e quel tocco in più della settima arte dalla madre, oltre che il cognome. Quindi, già possiede le carte dell'artista completa. Anche perché Rita sa pure cantare. Questo le aggiudica il ruolo fisso accanto a due mostri del ballo: Gene Kelly e Fred Astaire in diversi musical, prima che quest'ultimo trovi la sua anima gemella artistica in Ginger Rogers. 


Così come si aggiudica presto la fama di dark lady interpretando la crudele amante di Tyron Power in "Sangue e arena", strappandolo alla dolce moglie impersonata da Linda Darnell, per poi buttarlo via come un giocattolo usato. Remake di quello muto e in bianco e nero interpretato da Rodolfo Valentino.



Conosce e s'innamora, sposandolo, l'attore e regista Orson Welles.
La coppia ha una bimba, Rebecca, che tiene mamma Rita lontana dalle scene per un po'. Ma quando torna, lo fa col botto con un ruolo che la consacrerà nella loggia dei miti. Siamo a Buenos Aires e qui si aprono le tormentate vicende sentimentali, con tinte di giallo, di una certa " Gilda".


Ad affiancarla un grande attore dall'aria di eterno bambino: Glenn Ford. Lui interpreta il suo vecchio amore ritornato dal passato. E il ruolo del cattivo un enigmatico attore dall'aspetto reso un po' inquietante da una profonda cicatrice che gli deturpa il viso, che l'attore si era realmente fatto in un incidente e che gli farà sempre gioco per la parte dell'assassino: George Macready. 



Lei diventa un simbolo e al fronte, durante la seconda guerra mondiale, per i soldati americani è un sex symbol, anche perché Rita esegue durante il film l'incipit del forse primo spogliarello della storia di Hollywood. La sua foto viene messa sulle bombe sparate ai nemici, così da essere soprannominata l'Atomica Gilda.
A Rita, però, il ruolo di questa eroina diventa un po'una persecuzione come per Romy Schneider la parte di Sissi. 


Secondo me, lei sarebbe stata anche una magnifica Margherita Gauthier, con tutto il rispetto parlando verso Greta Garbo, che interpretò invece questo ruolo tratto da "La signora delle camelie" di Alexandre Dumas Jr, romanzo che ispirò Giuseppe Verdi per la sua "Traviata".
Rita avrebbe calcato bene il ruolo della generosa e appassionata, ma sofferente cortigiana Marguerite, che si sacrifica per amore del suo Armand.
Proprio per la bellezza calda che lei sprigiona.


Stanca della continua infedeltà del marito e del carattere collerico e violento di quest'ultimo, Rita lo lascia, allevandosi la sua figlioletta.
Si lega in seconde nozze con il principe ismalita Ali Khan (quello che ha in pratica creato tutto lo chic in costa Smeralda), diventando dunque principessa Aga Khan. Tuttavia, questo secondo matrimonio pare ad una replica del primo con Welles: tradimenti e tanta solitudine e sofferenza per la povera Rita. Con l'unica cosa buona, la nascita della sua secondogenita Yasmin.



Se sul piano sentimentale la sua vita è una corsa a ostacoli, sul piano professionale va un po' meglio. Anche se lei viene quasi letteralmente messa alla gogna mediatica quando, per girare "La signora di Shanghai", tinge la sua bella chioma rossa di biondo. Cosa che il pubblico interpreta quasi come un'offesa da parte dell'attrice.



Perciò a Rita non resta che tornare fulva nei film successivi, tra cui "Pal Joey", dove già c'è Kim Novak come bionda nel cast. Insieme a loro Frank Sinatra, che, si racconta, fosse molto attratto dalla Hayworth.
Col passare degli anni la tensione del jet set americano lascia i primi segni di insofferenza sulla donna. 
Fino a quando mostra i sintomi dell'Alzheimer.



Il 14 maggio del 1987, la vita di Rita Hayworth finisce, laddove era iniziata, a New York, in ospedale, con la figlia minore Yasmin ad assisterla.



Pepata pin-up, fatale dark lady, eccellente ballerina, cantante e attrice, Rita Hayworth è stata tutto ciò per il suo pubblico, ma fu, nella vita, tradita dagli uomini e dal mondo, che l'aveva abbandonata in un appartamento di New York.
È stata, tuttavia, una stella calda e sfolgorante, per quanto infelice e sola.
Concludo con una sua frase che fa sorridere:- Gli uomini vanno a letto con Gilda, ma si svegliano con me!-