Carlo Campanini
Nato nella mia Torino, il 5 ottobre del 1906, piemontese fino al midollo, Carlo Campanini ha passato gran parte della sua vita professionale ad essere la spalla di qualcuno: Totò, Walter Chiari, Erminio Macario, Aldo Fabrizi in "Hanno rubato un tram", Vittorio De Sica ne "La signora del piano di sopra", con anche Clara Calamai. Accanto a Gabriele Ferzetti ne "Le avventure di Casanova". Eppure, quando si è trattato di essere lui il protagonista del film, nel tragicomico "Le miserie del signor Travet", ha dimostrato di avere tutte le carte e la stoffa del grande!
È una commedia un po' amara, ambientata nella Torino di fine '800, con ancora i nebbioni che non si vedeva ad un palmo di naso, la neve bella carica. Con un povero vedovo, impiegato regio che, malgrado si faccia un mazzo tanto di lavoro, non viene mai apprezzato né dalla giovane e capricciosa seconda moglie (Vera Carmi), né dal suo capo sezione (Luigi Pavese), che gli preferisce sempre i suoi colleghi fannulloni, ma furbi e "lecchini". Fortunatamente in suo aiuto arriva un nuovo direttore dell'Istituto (il mitico Gino Cervi) e un buffo, quanto folkloristico e giovane Alberto Sordi, col nome di:- Barbarotti, sono Camillo Barbarotti!-un po' invadente e combinaguai, ma prezioso all'occorrenza. Finale a sorpresa, ma buono, tranquilli!
Come avrete capito c'è un corollario di nomi tutti assieme da rendere questo film praticamente un cimelio.
Carlo Campanini si spegne a Roma, un triste giorno di novembre del 1984, circa un mese dopo aver compiuto 78 anni. E viene seppellito come aveva chiesto lui, in Puglia, a San Giovanni Rotondo, vicino al suo amico e padre spirituale: Pio da Petralcina. L'uomo che lo aveva fatto uscire dalla Massoneria, alla quale Campanini si era unito per qualche tempo.
So che molti non ricordano o non conoscono questo viso pacioccone e simpatico, buffamente malinconico come ha saputo essere come Ignazio Travet, io stessa l'ho visto per la prima volta in questo ruolo. Ma se andate a vedere la sua filmografia, addirittura ne mettono una parziale, perché ne ha fatti tanti. E da comico a spalla, a seriamente tenero, con queste espressioni facete e sornione, merita un posto nella mia bacheca per essere rammentato o conosciuto.